Villa Medici

Una lunga storia di intrecci

 

Tra le colline fiorentine, tra quei paesaggi che paiono affreschi dalla loro perfezione, tra i cipressi e un sole che ha sapore già di settembre si cela un nuovo mondo da scoprire.

Numerosi i passaggi di proprietà che dal Quattrocento accompagnano la vita della Villa medicea. Di antica proprietà della famiglia Orlandini (la solita famiglia che acquistò anche Villa della B.) nel 1438 fu ceduta dalla Repubblica fiorentina al condottiero N.da T. come ricompensa per i servizi prestati. Nel 1453 fu comprata da Pierfrancesco de’ Medici e successivamente, Cosimo I la destinò alla commenda dell’Ordine di Santo Stefano. La villa cominciò a splendere grazie all’intervento di Cristina di Lorena, che nel 1627 provvide al suo restauro. Con la morte di Cristina, il figlio Granduca Ferdinando II ereditò il complesso. Anche i della Rovere mantennero per un periodo la proprietà ma nel 1650 Eleonora R. de M. destinò la grande villa a dimora di campagna per una congregazione religiosa da lei stessa fondata: le Montalve. Alla morta di Eleonora la direzione della congregazione venne presa nel 1686 da Vittoria della Rovere. Nel 1754 l’ultima discendente della famiglia dei Medici vi si stabilì arredando la villa con oggetti di pregio provenienti da Palazzo Pitti e da Palazzo Vecchio. Con l’aiuto del giardiniere dei Boboli, S.R venne organizzato un bel giardino all’Italiana di cui oggi rimane solo il ricordo. E l’ordine laico delle Montalve? Esso sopravvisse alle invasione leopoldine e napoleoniche riuscendo a preservare numerose opere d’arte e il mobilio di pregio. L’ordine passò poi da laico a religioso grazie all’interesse del Cardinale Elia della C. nel 1937. Nel 1992 l’istituzione fu definitivamente soppressa e nel medesimo anno l’Università degli studi di Firenze destinò la ex villa a Centro di Cultura per Stranieri e a uffici di Polo (ma in realtà fu utilizzata molto poco per tali scopi). Dal 2008 la Regione Toscana preme per un passaggio di proprietà.

Particolarità di questa villa sono i suoi edifici annessi, probabilmente dimora della servitù, e la chiesa delle Suore di Montalve che presenta lo stemma Medici-della Rovere sulla facciata. Al suo interno non esiste più niente: dei grandi crocifissi di legno rimane soltanto la loro sagoma impressa sul muro e le icone sono state smurate con forza.

 

Elvira Macchiavelli

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