Villa F. è la magnificenza dell’abbandono. Situata in un sontuoso e curato giardino all’inglese di impianto Ottocentesco, la struttura si erge superba, ermetica, oserei dire pudica, all’occhio ‘in’-discreto’ dell’esploratore. Ho avuto la sensazione che questo nobile luogo provasse vergogna per il suo attuale stato di decadenza.
Villa F. si trova in prossimità del casino di caccia che la duchessa B. decise di adibire a residenza ducale a fine Settecento.
Nel 1819 la seconda consorte di Napoleone I (discendente dagli Asburgo e infatti sul soffitto della tenuta, è dipinto lo stemma con l’aquila a due teste) acquistò la vasta proprietà facendola ampliare all’architetto B.: le modifiche riguardavano la creazione di due ali laterali al complesso centrale della tenuta (ora sede amministrativa del parco).
Nel 1847, con la morte della Duchessa il ducato passò a Carlo III dei B. di Lucca, poi i Savoia si impossessarono della tenuta dopo l’Unità di Italia. I boschi vennero dichiarati Riserva naturale e il principe A.C. allestì persino una xiloteca con 555 esemplari di specie arboree. Negli anni ’70 la vasta propietà venne considerata bene pubblico tanto che diventò parco regionale.
Elvira Macchiavelli