Terre Rouge

Fabbrica belga

Con avvincente ottimismo e, pieni d’ intenti esplorativi, spingiamo per arrivare alla prossima meta del nostro primo urbex trip franco-belga.

With octimism and, full of explorative hopes, we’re going to arrive to the next goal of our Belgigque urbex trip.

Ahimè, le prime sconfitte però non hanno tardato ad arrivare: dopo essere entrati in una location mozzafiato ci siamo accorti che non eravamo i soli dentro la struttura. Presi da un po’ di timore di essere scoperti in terra straniera abbiamo deciso di riporre cavalletti e aspettative sulle nostre spalle e tornare in strada. L’amarezza è stata molta.

Even so the first defiances bit us non appena we entered inside a beautiful spot where we took consciousness that we weren’t alone. Obviously we escaped.

Il secondo colpo basso che la fortuna ci ha giocato è stato in una cittadina industriale, dove il cantiere (ancora attivo per riqualificare la struttura) ci ha impedito l’accesso al Bureau Central.

The second defiance we met was in front the Boureau Central where an active cantiere sbarrò the way of get in.

Sono cose da tenere di conto o no? Non condivido a pieno con qualcuno che ha annotato questi ‘inaccessible’ come  ‘fallimenti’ sul nostro piano di viaggio, perché queste mancate esplorazioni sono stati degli imprevisti. Cosa avremo potuto fare? Nasconderci in alcune stanze ed aspettare con il cuore in gola che ‘l’intruso’ se ne andasse? Osare ad entrare in un cantiere e cercare un pertugio con il rischio di essere ‘fermeé’ o peggio ancora di essere ‘emprisonneé’? Non possiamo mai sapere cosa può accadere: è tutto incerto quando si parla, e si affrontano, esplorazioni urbane e può andar bene come può andar male. Certo è che rimane un’amarezza in bocca senza fine, specialmente perché non capita tutti i giorni di fare un viaggio del genere.

I must give in account of these imprevidible things? I don’t share the opinion of someone who tagged these unaccesibilities and risks as defiances. I think they are all imprevisti. What did we would do? Stay hidden in a room and waut with the hearth in the troath? Kepp warning and enter inside a cantiere and try to find an hole to get inside a building and maybe bump into a man at work? We can’t know what exacly happen during an exploration…

Tuttavia, è inutile stare a cercare passaggi impossibili e fare teorie assurde quindi, con l’aiuto da casa per chiedere coordinate e indicazioni, (alle volte può scappare qualcosa dagli itinerari) ci siamo diretti verso Lussemburgo alla volta (per la mia gioia) della fabbrica abbandonata Terre Rouge.

Costruito nel 1872 e dedicato all’estrazione e lavorazione dell’acciaio, giace adesso dormiente e devastato dal 1997.  L’associazione ARBED, acquistò lo stabile nel 1937 ma le fornaci chiusero nel 1977 (l’ARBED è adesso parte del gruppo Arcelor/Mittal). Le fornaci, dopo la loro definitiva chiusura furono demolite ma gran parte dello stabile giace ancora lì, al di là di una piccola ferrovia.

Il Terre Rouge è un gigante silenzioso e polveroso, amaro e dai colori (non a caso) caldi ed avvolgenti. Passata la ferrovia ed entrati nell’area, si giunge ad una grande spaccatura che regala un’immagine vertiginosa: un lungo canale passa infatti sotto ad alcuni ‘macchinari’ molto grandi, dai colori scuri e grigi che contrastano a meraviglia con l’insana acqua blu del canale. Passare lungo lo stretto argine del canale è d’obbligo per poter effettuare uno scatto di prospettiva ai macchinari e per giungere ad un’insicura scala che si arrampica fino in cima al Terre Rouge. Abbiamo salito i gradini uno per volta e con decisione per non pensare ad un eventuale crollo della scala…

Arrivati sino in cima allo stabile si può godere di tutta la vastità dell’industria. Infinite prospettive dai colori caldi e rugginosi seguono un intersecare di binari e sentieri di ferro testimoni della pesantezza del passato.

Tutto è solido e tutto è massiccio al Terre Rouge, tutto è imponente e tutto è…abbandonato a sé stesso.

 

Elvira Macchiavelli

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