Storia di un avo rivista da una pronipote qualunque

 

Un bel po’ di anni fa durante una cena con parenti di seguito all’ennesima affermazione sulla mia somiglianza a gente di altri popoli (giusta o no che sia) un’affermazione mi lasciò un po’ perplessa: “Alua u Giuanin tantu scemmu u n’u l’ea” (Allora Giovannino tanto tonto non era)…

Giuanin  era il nonno di mio nonno viveva con la madre in un paesino nel parmense, il padre se n’era andato prima che lui nascesse, la madre faceva la sarta e lavorava giorno e notte per tirare avanti la baracca,passò la sua infanzia seduto sullo scalino dell’uscio del piccolo laboratorio della mamma che non era nient’altro che l’entrata della loro umile casa.

Senza che nessuno gli insegnasse qualcosa o lo degnasse di uno sguardo passò i primi sei anni di vita li a giocare con dei pezzi di stoffa finchè  iniziò a lavorare come garzone nella bottega di un falegname…

I giorni passarono tutti uguali…così i mesi e gli anni…Giuanin diventò un bravo falegname, purtroppo il suo carattere introverso non facilitaò i rapporti personali, ciò dovuto anche al fatto di non saper parlare bene non essendo mai andato a scuola…

Appena adolescente tutte le sere rincasando dopo una dura giornata di lavoro iniziò ad essere attratto da quelle risate che provenivano dall’osteria del paese…con un po’ di vergogna varcò la soglia ed entrò…e da li scoprì che la vita non era fatta solo di lavoro…

Credette di aver trovato amici, ma in realtà si trovò circondato da persone che lo usavano soltanto per il loro comodo… e per il semplice gusto di prenderlo in giro

La gente del paese non vedeva di buon occhio questa sua abitudine anche perché capitava sovente che la cosa degenerasse un poco per finire in sceneggiate tragicomiche verso color che si trovavano in quel momento a passare li davanti.

E così Giuanin venne etichettato come il matto del paese…ma Giuanin si sentiva importante…la gente ora parlava di lui e sapeva il suo nome…era felice…

Quando venne a mancare la mamma si trovò ad affondare nel bicchiere la sua solitudine con finti amici che lo prendevano solo in giro, in quattro e quattro otto perse anche il lavoro e così da un giorno all’altro prese una decisione….si chiuse la porta di casa alle spalle e partì con due stracci in saccoccia a cercare fortuna.

Pare che camminò per giorni e giorni senza mangiare…finche si imbattè in un circo che lo prese con se come tuttofare…ma non dimenticate che Giuanin era un bravo falegname…e in poco tempo sistemò panche, carretti e tutto ciò che necessitava di un’aggiustata…

Ma Giuanin non era ligio alle regole, la sera faceva tardi nelle osterie, diventò nervoso e arrogante…così decise di andarsene senza dir nulla a nessuno …prese con se una scimmietta una bertuccia che chiamò Tabata (se la rubò o la pagò questo non si sa) e iniziò un viaggio per tutta la regione…oramai tutti parlavano di lui…il matto Giuanin e la sua scimmietta che ballava in piazza….

piazza per piazza raccimolava  gli spiccioli per campare…ogni tanto si fermava a fare qualche lavoretto di falegnameria e con il passare del tempo riuscì a comprare anche un cavallino…

Costruì poi  un carretto a cui applicò una tenda gialla e rossa, di notte era il suo giaciglio  e di giorno ripartiva con il suo spettacolo itinerante paese per paese…

Notizie dicono che arrivò in Sicilia e da li non si sa come sbarcò a Tunisi…

Non  si hanno più notizie certe se non che rimase li per molti anni, trovò l’amore e ritornò in Italia   ma questa volta in Liguria, ebbe 3 figli maschi…ritornò dopo la morte della moglie  nel suo paese d’origine…

nessuno lo riconobbe...

Passò gli ultimi anni della sua vita seduto sullo scalino dell’uscio  della sua casa d’infanzia, a tutti i passanti  diceva ad alta voce e a modo suo “Io sono Giuanin il matto del paese”, divenne il passatempo dei bambini che lo prendevano in giro…ma alla fine parlavano di lui…e lui era felice…proprio come un tempo.

Questa è la storia (in gran parte inventata) di un mio avo…purtroppo ne ho sempre sentito parlare con un certo disprezzo...e allora ho inventato tutto  questo…e mi piace pensare di dover ringraziare lui per la “mattia” che c’è in me…

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Commenti

angelo
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re: Storia di un avo rivista da una pronipote qualunque

giovedì 30 giugno 2011 23:46:21

Giuanin...........Questa storia carissima Giada me la avevi raccontata anche sè in maniera più succinta ad una cena di esplorazioniurbane a Volterra.

Adesso me la hai fatta ritornare in mente....

I tuoi tratti somatici mediorientali (vedi Sicilia e tunisia) si spiegano e combaciano con la storia dei tuoi avi.Non dire di no perchè a me sembra vero.....E torna il discorso.

Giada
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re: Storia di un avo rivista da una pronipote qualunque

venerdì 1 luglio 2011 08:14:59

E' già tutto torna...

O almeno così mi piace pensare...anzi oramai ne sono convinta...e non mi dispiace affatto!

Ciao ci vediamo a Volterra a brevissimo!!!! :-)

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