Raccontare la giornata di ieri davanti ad un apagina bianca certamente non è cosa semplice, la quantita, la qualità, ed i numerosi contenuti di quella giornata sono veramente notevoli. forse mai prima di ora un nostro evento è stato cosi ricco di contenuto.
vogliamo prima di tutto ringraziare tutti coloro che hanno permesso che una giornata come ieri sia stata svolta nel migliore dei modi, e per questo ringraziamo prima di tutto tutti i partecipanti, che con attenzione, hanno seguito il dibattito, la nostra mostra, e la visita ai padiglioni ed al museo.
ringraziamo poi la nostra gemella, la onlus inclusiona graffio e parola, di cui ha preso il comando il vicepresidente Claudio Grandoli, ed approfittiamo per fare i nostri saluti al presidente Andrea Trafeli che purtroppo non è potuto essere presente per motivi personali, ma che ringraziamo comunque.
ringraziamo l'ostello chiosco delle monache che ha dato disponibilita logistica per la mostra e d il dibattito, e Michela e Isabella, che come sempre sono state piu che disponibili nei nostri confronti in modo encomiabile.
ringraziamo tutti i relatori, di cui metteremo presto on line tutti i testi delle loro relazioni.
ma soprattutto, ringraziamo gli ospiti piu illustri ed importanti, che sono stati presenti con noi, gli ex pazienti del manicomio, ancora presenti nella struttura Morel. loro sono per noi tutti un esempio ed una ricchezza senza precedenti, loro hanno vissuto sulla loro pelle il manicomio.
non potrò mai dimenticare le lacrime sulla faccia di Gisberto che era con noi di fronte al graffito, ed è stato proprio lui a raccontarci di un suo amico, una persona che tutti studiano ma che ieri era come se fosse con noi attraverso gisberto, il 'Nannetti'.
gisberto inizia spontaneamanete a raccontarci di nof4, e di come graffiava il suo muro, ci racconta di come si svolgeva la vita al 'FERRI' poi..... ad un certo punto, vede che ci sono alcuni ex infermieri nel cortile, inizia a piangere, ad avere paura, la gente lo abbraccia io stesso cerco di tranquillizzarlo, non è semplice, le sue parole continuano a dire... ' no no gli infermieri no, mi picchiano'.
parole forti, che lasciano le 30 persone che erano nel gruppo in un silenzio che fa male, un silenzio e delle parole che valgono tanto piu di ogni libro che ci parli del manicomio.
sentire le loro parole, quelle di Gisberto, di Pilade che racconta dello charcot e degli elettroshock è sconvolgente.
tutto si svolge nel migliore dei modi, fino alla visita la museo stesso, in cui anche li senza parole, la gente guarda,studia, ricorda.
adesso, non rimane che invitrarvi a visionare le nostre foto in mostra presso l'ostello, rimarranno li per circa 2 settimante, a raccontarvi, il manicomio, a raccontarvi volterra e quella sua citta nella citta, autonoma, indipendente, una citta manicomiale vista attraverso il cuore e gli obiettivi di rodolfo e massimiliano.