progetti per volterra

VOLTERRA - Non sarà più l' isola che è adesso, il colle pieno di fantasmi e di infissi che sbattono a un colpo di vento, orologio di un abbandono che dura da quasi vent' anni. Ci sono un progetto e un acquirente per rimettere in sesto i vialetti del San Girolamo, tagliare l' erba, abbattere qui, costruire là. Un investimento stimato in 65 milioni di euro da un londinese di origine indiana, Kuldepp Desaur che ne verserà 8 alla Asl per entrare in possesso dell' area. Volterra, Poggio alle Croci, la collina dei matti: mette i brividi questo posto, memoria fredda, monumento, prigione, confino per secoli di ogni forma di follia e diversità. Il grande ospedale psichiatrico è alla vigilia di una seconda vita. Tre progettisti pisani (Massimo Del Seppia, Luigi Pierotti e Andrea Fruzzetti) lavorano a un piano urbanistico per trasformare il Poggio. Si può conservare la memoria del padiglione Ferri, quello in cui finivano i «giudiziari», cioè i pazienti che avevano ucciso, rubato, aggredito, avuto guai con la giustizia, pensando di trasformarlo in appartamenti? E il piano terra l' ex padiglione Charcot, in un centro benessere? O il Maragliano in un ristorante? Il dibattito è aperto e tutto si può discutere. Ma consideriamo che il nastro di partenza è un' area degradata, selvaggia e disabitata dove gli edifici hanno tetti sventrati, umidità e ruggine dappertutto. Erbacce, panchine sfondate, i segni del passaggio dei vandali. È lì che ci sono i resti del muro-diario, scritto da un ricoverato con la fibbia della divisa. È in gran parte sbriciolato il graffito di N.O.F.4 come si firmava Nannetti Oreste Fernando, che ha attirato psichiatri e studiosi da mezza Europa, testamento di una segregazione, disperata impronta di una persona che aveva bisogno di comunicare con un altrove. Erano 100 metri di incisioni, disegni, fantasie sulla vita, ne sono rimasti una trentina al Ferri e qualche altra pagina allo Charcot. «Ho chiesto che il murale venga salvato» assicura il sindaco di Volterra Marco Buselli. Infatti sarà staccato da quegli edifici e traslocato - nell' idea dei progettisti - nel centro culturale (vicino alla chiesa) che ospiterà un museoo delle mostre. Nei 10 ettari dei luoghi del manicomio, sorgeranno poco meno di 200 alloggi, due ristoranti, un parco pubblico che parte dalla quattrocentesca fontana del Velloso, un centro benessere, forse un albergo, un piccolo teatro all' aperto, tre parcheggi, uno sport center. Niente negozi, ma un pezzo di collina abitata da 500 persone con un incremento di superficie edificata di 8.000 metri quadri. «Per la conservazione della memoria di questi luoghi spiega l' architetto Del Seppia - riteniamo decisivo il recupero dei tre padiglioni storici. Gli immobili nuovi verranno realizzati in aree già edificate e prive di vegetazione: ex officine, serre e padiglione Sarteschi». Angelo Lippi che è stato responsabile del servizio sociale della Asl, lancia una proposta: «Per recuperare quel che ancora non è andato perduto dell' ospedale San Girolamo, bisognerebbe creare una fondazione che raccolga le testimonianze e promuova iniziative culturali legate alla storia del manicomio». Un luogo che negava molte cose, a cominciare dalla corrispondenza: chi entrava lì non poteva avere contatti con l' esterno come raccontano le lettere scritte dai malati e mai spedite, arenate nell' archivio (ancora da studiare) della Asl.

FONTE :

LAURA MONTANARI - LA REPUBBLICA

View User Profile for Admin

Commenti

robertarubellini
View User Profile for robertarubellini

re: progetti per volterra

giovedì 2 settembre 2010 18:13:15

Che tristezza... un vero peccato lasciar svanire l'alone di magia del luogo... Piango Avrebbero potuto sfruttare gli edifici per locali adibiti a varie attività, ma mi rendo perfettamente conto che i fondi comunali vanno in ben altre direzioniBocca danarosa

I commenti su questo intervento sono chiusi.