E’ una fredda giornata di gennaio ma il nuovo anno va inaugurato. Ci troviamo tra le montagne toscane, nella nebbia silente e nell’umido imperante.
La colonia montana è avvolta da una ‘sana’ decadenza: vuoi perché è stata abbandonata in data relativamente recente (nel 1997) vuoi perché, vista la sua ubicazione solitaria, non è stata vandalizzata.
Nelle stanze dei 9 padiglioni (tra cui un’ infermeria devastata, la mensa e la cucina, il guardaroba e uffici) si trovano ancora le brande rosse, i comodini e alcuni ricordi dei 600 bambini che la struttura ospitava quando era a pieno a regime.
Il turismo legato alle colonie montane era particolarmente redditizio per la zona perché durante i soggiorni, spesso gli stessi genitori accompagnavano i bambini alloggiando in altre strutture recettive. La colonia è stata istituita nel 1928 e le attività per i ragazzi erano le più varie: ancora oggi si può notare il campo da basket e da calcio. Nel guardaroba centinaia di lenzuola, coperte, e diari dei ragazzi.
In un padiglione, oltre una specie di rimessa con alcuni attrezzi, siamo arrivati persino al cinema della colonia: facile immaginarsi quanta vita poteva esserci in questo luogo.
Adesso invece, non posso fare a meno di notare molte profonde crepe nei muri delle strutture e crolli. Le condizioni del terreno, ricco di falde acquifere, può solo che aggravare gli stati precari della colonia ma la necessità di un intervento…non c’è.
Alcune aste sono andate deserte perché il complesso, oltre ad essere molto costoso, è anche posto in una solitaria ubicazione e con una forte necessità di ristrutturazione.
Elvira Macchiavelli