La Cartiera Nardi
Non ha certo bisogno di tante presentazioni la cartiera Nardi, un luogo singolare che è rimasto, fatto sempre più raro, adesso come allora.
La Cartiera Nardi è una delle 67 cartiere più antiche di tutta quella via della carta, stretta e tortuosa che si dipana lungo l’argine di un fresco fiume di montagna. Per un attimo sempre di essere in Inghilterra.
Gli anni di questo luogo sono molti, si pensa circa 200. Gli anni del suo abbandono risalgono a metà degli anni 80 circa quando, in seguito alla morte di Quintilio Nardi, l’azienda chiuse. Non sono stati motivi economici o finanziari a far chiudere i battenti della cartiera, ma motivi generazionali: i figli Nardi non volevano proseguire l’attività di famiglia in quanto la vita di montagna era poco stimolante così ecco l’arrivo dell’ultimo proprietario: l’abbandono.
Alla Nardi lavoravano 14-15 donne presso gli essiccatoi (un tripudio di corde legate negli alti stanzoni dove la carta veniva sistemata ad asciugare), al piano terra, alle macine, bastavano due uomini per attivare gli ingranaggi. La carta veniva inviata alle operaie tramite degli ‘ascensori’, uno esterno e l’altro esterno (tutt’ora visibili). Alla cartiera si abitava anche: infatti nei suoi alloggi potevano stare tre famiglie.
Il 16 gennaio 2013 è stato presentato ‘presso la sede di Lucense, società pubblico privata che opera nei settori della ricerca industriale, dello sviluppo sperimentale e del trasferimento tecnologico, il progetto La via della carta in Toscana.’ Sarà infatti anche la Nardi una delle mete dell’itinerario turistico culturale incentrato sul tema della carta. Tre milioni di euro, sono stati intanto stanziati per avviare i lavori di recupero di gran parte dell’area.
Elvira Macchiavelli