Il castello, o villa, di Sammezzano è un’opera monumentale e di unica bellezza.
Fu progettata, realizzata e anche finanziata da un importante personaggio fiorentino, tale architetto Ferdinando Panciatichi Ximenes d’ Aragona (infatti nell’atrio del castello si legge la siglia PXA tra i colonnati). Personaggio di cultura poliedrica, attento conoscitore di Dante Alighieri, e politico durante il 1850 e 1870, quando Firenze era capitale d’Italia, dedicò 40anni della sua vita (dal 1850 al 1890) alla realizzazione della villa di Sammezzano e al suo ampio parco annesso. Rare le specie arboree presenti sul territorio, tra cui alcune sequoie, così come raro è il progetto di realizzazione della villa: tra le sale in stile orientale, arabo e moresco, l’occhio si perde e commuove il cuore.
Passato il dopoguerra la struttura fu adibita ad albergo e nonostante un’asta del 1999 la struttura verge in stato di abbandono. Diciamo pure un ‘abbandono controllato’ visto che nel 2012 si è creata l’associazione senza scopo di lucro, PXA che si occupa di rivalutarne il patrimonio.
Ad oggi l’imponente e fiabesca struttura appartiene ad una società anglo-italiana (Sammezzano Castle srl) ma la struttura rimane sempre chiusa al pubblico eccetto che in delle visite organizzate e annuali che attirano un gran numero di persone.
Ad oggi, il castello, rimane il maggior esempio in stile orientale-arabo di Italia.
Nel gennaio 2013 due giovani, Elia Giovacchini e Nicole Yumi Mastromarino, hanno viaggiato per 17.000 km (da Pontassieve (FI) fino a Singapore senza prendere alcun aereo) per celebrare il duecentesimo anno della nascita dell’antico proprietario Fernando Panciatichi. Al ritorno una mostra fotografica è stata allestita ed hanno poi devoluto il ricavato a favore della salvaguardia del castello.
Recentemente sono state molte le sfilate di moda effettuate all’interno della villa e, inoltre, si è sentito dire che vi gireranno persino una serie televisiva.
Speriamo che nella società dell’apparire queste presentazioni possano far rivalutare questo luogo di rara e magnifica bellezza.
Arte stravagante per ricordare ‘che c’è sempre un pizzico di follia in ogni grand’uomo’.
Elvira Macchiavelli