Cominciamo a pensarci perchè grazie alla collaborazione con la Onlus volterrana Inclusione Graffio e Parola stiamo iniziando le prenotazioni per la gita a Roma al "Museo della mente" il prossimo 3 Dicembre. Si tratta di un'esperienza unica nel suo genere sarà come calarsi dentro la malattia mentale iniziando dalla foto di ingresso quella con la lavagnetta tipo Nannetti e da lì in poi sarà un sussegiursi di esperienze uniche dalle voci dentro la testa. Grazie alle installazioni multimediali e tecnologiche di Studio Azzurro, visiteremo un museo che rappresenta la pazzia e ne documenta le sue forme di segregazione. Un laboratorio che elabora la memoria di cinquecento anni di attività di un ex ospedale psichiatrico e ne preserva il patrimonio storico-scientifico. Così, una parte del vecchio ospedale si converte in luogo da esplorare, in un eccezionale laboratorio per la critica al modello manicomiale e la sperimentazione di una nuova cultura della salute mentale.
In fondo al primo corridoio, dietro il bancone di accoglienza, una serie di enormi occhi vi osservano, vi scrutano, indagano con uno sguardo insistente la possibile malattia mentale che è in voi. Benvenuti in manicomio. Anzi, benvenuti all’ufficio accettazione dell’ex manicomio Santa Maria della Pietà di Roma. I grandi occhi che scrutano all’ingresso sono solo una delle installazioni che accompagnano il visitatore lungo il percorso del museo. Dopo gli occhi, un lungo e sottile muro di plexigass accoglie proiezioni sul fronte e retro. Sulle lastre trasparenti appaiono improvvisamente delle figure che si lanciano contro la superficie e vi sbattono con violenza. Il visitatore è costretto a camminare a ridosso dello schermo, a una distanza minima dalle immagini di quei corpi che sono imprigionati al di là di una barriera invisibile fatta di esclusione fisica e violenza psicologia, ovvero le costanti della vita nei manicomi.
Si entra poi nel regno della percezione con opere che rievocano i “modi del sentire” degli internati. Come nella seconda stanza, dove un gioco di specchi impedisce allo spettatore di identificarsi con una sola immagine riflessa, producendo una sensazione di perdita dell’identità e di straniamento simile a quella dell’alienamento manicomiale.
Tra similitudini esteriori e riflessioni su ciò che sono stati i metodi di contenimento, la follia si pone all’attenzione come un tema ancora problematico. Non manca il pensiero di Franco Basaglia, presentato attraverso un percorso a tappe. Ma i documenti in rassegna, tra video e testimonianze, dalla nascita dell’antipsichiatria fino alla chiusura dei manicomi, mostrano che la malattia mentale, nonostante i progressi fatti, è una condizione che la nostra epoca fatica ancora a comprendere.
Sulla nostra home page potete trovare il collegamento al sito del museo e sulla sua home page troverete una bella sorpresa, si tratta di un personaggio conosciuto da tutti noi....tenete sotto controllo la home page a breve appena il nostro Massi si rimette in moto sarà pubblicata la pagina peer le iscrizioni che saranno a numero chiuso a 30 persone quindi se non volete mancare all'ennesima grande iniziativa cominciate a chiedere le ferie.....
Claudio