L'Eremo di Rupecava rappresenta uno dei siti storici più antichi e misteriosi dei Monti Pisani, anche se oggi è ridotto a poco più di un rudere.
Imboccata la vecchia strada per Lucca che costeggia i monti, arrivati a Molina di Quosa si prosegue seguendo l'indicazione per i Quattro Venti (dopo aver superato le località Ciapino e Fondetto), fino a fermarsi alla Romagna tristemente famosa per l'eccidio nazista, dove si imbocca a piedi un sentiero che porta all'antico Eremo.L'Eremo è sempre stato avvolto in un alone di fascino e mistero: si narra che nelle due grotte dove esso sorge, in età romana, si compissero riti e orgie in onore del dio Bacco e del dio Pan.La prima grotta si trova davanti all'ingresso dell'eremo ed era usata prima come refettorio e poi come deposito per il grano.La seconda, chiamata Grotta della Goccia in quanto si attribuivano poteri miracolosi alla goccia d'acqua che stillava dalla volta, conservava al suo interno un tabernacolo artistico contenente statue in terracotta del sec.XVII raffiguranti la Madonna tra due Santi.Da sempre qui si è mescolato il sacro con il profano, leggende e fantasie popolari, come quella dell'eremita Guglielmo che verso il 1214 edificò sopra il luogo pagano una dimora solitaria che più tardi sarebbe diventata l'attuale Eremo.Un'altra leggenda narra che quì si fosse fermato il teologo S Agostino per realizzare l'opera "De Trinidade".Oggi purtroppo di tutto questo rimane ben poco: l'incuria, il tempo e sopratutto atti di vandalismo hanno ridotto l'eremo e la chiesa intitolata a " Santa Maria ad Martyres" ad un rudere.
Rodolfo Tagliaferri