Poesia moralistica piena di insidie comportamentali. Per non vedere le sofferenze del mondo che ci appaiono alcune volte si preferisce chiudere gli occhi. Alta la voce che si innalza contro il sopruso che impone la forza e la volontà a danno e offesa dei diritti altrui facendo dimenticare e vanificare i valori di una vita onesta.
I sogni diventano incubi. (Adri)
Angelina
Angelina nell’ombra
siede composta
esce col buio
non reca disturbo.
Angelina nell'ombra siede composta
il ventre già gravido da vergogne di unghie spezzate,
schegge laccate da dubbi feroci,
la schiena è ostile insulto precoce;
villana l'offesa perversa, inzacchera il viso con cicatrici oltraggiate.
Gli occhi son buie caverne appassite,
insaziabili entusiasmi incollano ciglia
uova, gusci avviliti.
Ma Angelina… nel buio non reca disturbo.
Conserva nel corpo tra braccia incrociate,
conserva negli occhi il risveglio d'un grumo di cose.
Schiva si sposta, di lato due passi
inciampa contratta abbassa la testa.
Siede appassita, spolvera sogni con piumini d'organza che i baci gustosi
sono dense delizie nella mente dei sani.
Violata nei campi nel sole di maggio,
sgualcita per terra tra escrementi di vacca
è sposa perfetta.
Si copre nell'ombra, il sole un po' ignavo
partecipa ma distoglie il suo raggio.
Tra fiori pestati e petali sordi si consuma il peccato,
il sole è in ritardo nei campi di maggio!
Alzata la gonna, strappato il corpetto
abbandonati sdraiati i capelli
sospirano su cuscini di terra affamata.
Arricciati confusi tra api ronzanti,
sghignazza vigliacco un ragno inconsueto.
Ragno altezzoso, pigro affamato
ne addenta la carne
marchiata la mano da mascelle sudate.
Tappata la bocca con polvere d'ombra,
rivoli di terra, fango gustoso tra denti indecisi.
Ingenua la carie corrode;
sorrisi infantili indietreggiano piano
lasciano spazio a neri buchi d’inchiostro…
inconsistente dolore consunto.
Spasmi inquieti d' angoscia nefasta
la mano la fruga la mano la viola.
La mano che ieri frugava sorrisi
oggi si sveste, si spoglia, la spinge con forza e sputa saliva.
Dispersa nel campo
Angelina rinnega
l’uomo un po’ bestia
comandato, assoldato, d'istinti arruolato.
L'animale svuotato trasforma la colpa.
Il suono dell'uomo trasforma la bimba
schizzi di belva imbrattano l'aria,
schizzi di belva imbrattano il ventre.
L'orgoglio virile è una coperta di strofe...
trasforma la bimba, nipote accudita
in cosce carnose mangiate sull'erba.
Per la gente che chiede
che le domande son tante,
del peccato curioso
la bugia e già pronta
impastata nel forno a cuocere piano.
Una bugia ricamata da mani sapienti
sudice sporche, sciacquate di fretta
in virtù profanate, in silenzi ghermiti…
attenzione è segreto!!
Bella imbastita la bugia è cucita,
rammendata, appuntata,
medaglia d'infamia lisa, corrosa là,
sopra la veste a fianco all'onore.
Ma la gente presto si stanca
a volte pure già scorda
che un nuovo argomento bisbiglia, lievita piano,
fermenta nel forno,
bruciacchia sui tetti.
Angelina è morta o interrotta
rinnegata, dissolta, sprecata,
spiegazzata o sospesa
rinchiusa tra i rovi
rinchiusa tra i pazzi, invecchiata.
Angelina avvizzita
con mani appassite
esce nel buio
strappa le erbacce,
non reca disturbo.
Adriana (Vip) per Barbara75