Alberta Basaglia, Le nuvole di Picasso

Il manicomio di Venezia come non lo conoscete

Lo sguardo sghembo di Alberta Basaglia, ripercorre la sua infanzia, i suoi ricordi di bambina cresciuta tra i matti fino al grande cambiamento. Non sarà nemmeno la sua malattia ‘a impedirle di capire dal di dentro il ragionamento dei miei’. Quei miei che stanno ad indicare quei  grandi personaggi della neo psichiatria italiana, Franco e Franca Basaglia, autori della chiusura dei manicomi italiani, di una vastissima produzione letteraria e rinomate iniziative.

Le nuvole di Picasso (A. Basaglia, 2014, Feltrinelli, Milano) è un libro che contiene capitoli dalla scrittura veloce, capaci di strappare il riso e spesso qualche lacrima, raccontando aneddoti, riflessioni, e osservazioni di quel mondo in cambiamento che ha segnato gli anni Sessanta.

I manicomi, Alberta, li vive da vicino non senza timore e senza interrogativi. I matti (cap. 17) li conosce per nome, le donne, dai gesti espansivi e dai baci umidi durante le feste dell’OP veneziano ormai senza catene, sono un ricordo forte.

L’impegno dei due coniugi Basaglia è una costante della narrazione e lo stesso impegno lo ritroviamo in Alberta e nella sua tesi sui bambini reclusi nel manicomio di San Clemente.

Le nuvole di Picasso è un libro che consiglio vivamente a chiunque voglia alzare ‘la polvere sotto ai tappeti’ (cap.27) per evitare di allinearsi alla maggior parte delle persone che tentano di ‘cancellare storie come queste,  relegandole e dimenticandole in angoli d’archivio, dormienti, dentro i fascicoli anonimi e ammuffiti’. Alberta diventa una nostra confidente, una simpatica amica che ci racconta un passato che troppo spesso decidiamo di annullare dalla nostra storia, eppure, senza passato non potremo mai ‘sederci sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduti’.

                                                                                   

Elvira Macchiavelli

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