Abbandono e arte: non solo fotografia

Dai romantici ai crepuscolari: l'arte dell'abbandono

Le tracce dell’abbandono sono presenti in ogni epoca. In particolar modo durante l’Ottocento, lo Sturm und Drang tedesco, creano un nuova sensibilità nell’elaborare parole, immagini e suoni.

Friedrich David Casper, 1774-1880, fu uno dei maggiori interpreti dell’arte romantica in particolar modo perché attento alla rappresentazione dell’infinito e della grandezza della natura rispetto alla finitudine dell’uomo.

Un quadro, a me molto caro, è ‘l’abbazia nel querceto’. La rovina impressa sulla tela da Friedrich nel 1809, esprime lo scorrere del tempo, rovinoso cataclisma per l’uomo e per le sue opere, che sono ridotte in scheletro e presto in polvere. La luce crepuscolare che accompagna la rovina gotica, aiuta a comprendere meglio questo sentimento di sgomento nei confronti di madre natura: madre e carnefice dell’uomo e delle sue opere.

1- Friedrich David Casper, L’abbazia nel querceto, 1809.

Al solito modo, a neanche cento anni di distanza dal quadro di Friedrich David Casper, nel libro ‘i crepuscolari di Francesco Grisi’, trovo questi due disegni che accompagnano il moto decadente della scuola crepuscolare italiana.

2-Disegno ornamentale per la prima edizione del volume La via del rifugio di Gozzano, Streglio, Torino 1907.

 

3- Govanni Omiccioli: demolizione in piazza Bocca della Verità, 1935.

 

                                                                                Elvira Macchiavelli

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