Come dice un noto filosofo francese:' Siamo tutti cittadini del mondo'. Lo stesso vale per il 'piccolo' mondo degli esploratori urbani.
Ogni giorno che passa noto sempre più un fermento dilagante tra molti esploratri che condividono, grazie ai social network, immagini scattate in ogni angolo di mondo.
L'Europa in particolare sta diventando meta di numerosi 'blitz' esplorativi compiuti da reporter amatoriali Francesi, Belgi, Inglesi...e ovviamente Italiani.
La volontà di immergersi nell'abbandono di altri nazioni per approfondire ed ampliare la propria (e non) geografia dell'abbandono è diventato un chiodo fisso di molti. Le motivazioni? Nuove avventure, nuovi scatti, nuovi posti eccezionali da immortalare, il sapore di altri Paesi e il confrontarsi con altre lingue. Scatta come una molla, una reazione a catena e 'tutti' ambiscono agli obiettivi più suggestivi e talvolta impossibili da raggiungere.
Google diventa un inseparabile amico che trova tutto se si sa cercare: calcola le distanze mentre plurime, o singole, comunità urbex valutano i pericoli, sempre e comunque in agguato, di una passione che è ormai diventata un nuovo modo di pensare la vita di tutti i giorni.
Ormail l'esplorazione urbana è diventata un nuovo modo 'estremo' di passare le vacanze e francamente di quei siti che organizzavano viaggi presso le mete abbandonate più quotate a differenti prezzi e differenti modalità di 'soggiorno' non ne ho trovate più. Tuttavia c'è da dire che, specialmente in alcune zone Europee, è possibile trovare lo pseudo guardiano che chiede in cambio una ricompensa (non sempre trattabile) per starsene tranquilli a fotografare, con un limite di tempo, la meta prescelta. Incredibile come la speculazione riesca ad abbracciare un mondo, come quello dell'urbex, nato da principio come un'alternativa all'omologazione e al consumismo...
Elvira Macchiavelli