Ci sono persone che applicano molteplici vesti alla pratica dell’ esplorazione urbana: oltre alle fotografie, ai video, ispirazioni letterarie, reportage… non abbiamo ancora parlato dello stretto legame tra esplorazione urbana e musica.
Un artista italiano con cui collaboro dal 2010 è Simone Santarsiero (meglio conosciuto con il nick di Uzbazur34, https://www.youtube.com/user/Uzbazur345). Attento conoscitore del genere dark ambient e appassionato di esplorazione urbana ha raccontato la sua formazione in campo musicale.
Uzbazur345 (che in una sua lingua inventata significa tamburo) ha cominciato a suonare la batteria da quando aveva 4 anni. Vivendo in un piccolo paese toscano a contatto con la natura e la campagna sviluppò subito una forte sensibilità per i molteplici suoni che il paesaggio comunicava. Crescendo cominciò a collezionare strumenti a percussioni e sonagli artigianali costruiti con conchiglie e semi. L’uso del computer e di alcuni programmi per comporre sono stati fondamentali per creare brani dark ambient che Simone crea dal 2009. Il giovane artista scoprì l’esplorazione urbana tramite la piattaforma YouTube proprio grazie alla musica dark ambient: incuriosito dal video di un compositore, scattò la ricerca dei mondi perduti fino ad arrivare al sito esplorazioniurbane.it dove ci siamo conosciuti e cominciato a collaborare. Quando visito un luogo uso girare delle clip per poi montare dei brevi video che mostrano la bellezza e particolarità del luogo, e chiesi proprio a Simone di comporre delle colonne sonore per i miei piccoli lavori da pubblicare in YouTube.
Attraverso le immagini dei luoghi da me visitati Uzbazur345 riesce a trarne la trama sonora tessendo un intreccio di suoni e sensazioni che richiamano anche quel torpore e cadenza dei movimenti tipica dell’esplorazione urbana.
Il dark ambient, accompagnato dai suoi sottogeneri (death ambient, ritual ambient, deep ambient) penso sia la musica perfetta per i video dedicati ad un luogo in rovina. Infatti il macro genere dark ambient (altrimenti detto come isolationism) è caratterizzato da suoni ripetitivi dalla carica macabra e tetra esercitata da quei luoghi abbandonati come cripte, antichi cimiteri, scantinati bui, bunker… Il genere dark ambient riassume gli stati d’animo che comunica il luogo traducendoli in suoni riverberati e oscuri tentando di creare un vero e proprio rapporto empatico con l’ascoltatore trasportandolo in quegli stessi luoghi.
La prima sotto categoria è il deep ambient (la forma più sinistra e profonda del dark ambient) utilizza melodie e suoni riverberati dalla forte carica emotiva. Il death ambient invece si ispira esplicitamente a dimore infestate, luoghi di sepoltura, cimiteri, misteri e voci dall’aldià. Anche qui i suoni sono profondi e cupi e rispecchiano l’atmosfera pesante di certi luoghi abbandonati. Un genere ancora diverso è il ritual ambient: ai medesimi suoni su descritti accompagna voci e canti di forte impressione mistica, simili a litanìe che spesso degenerano in composizioni ossessive.
Gli ultimi due generi affini al dark ambient sono il dark ambient gotico: una musica dalla profondità romantica e tetra proprie dello scenario goth caratterizzato da una forte drammaticità e alcune volte da alcuni richiami alla musica medievale (per maggiori informazioni la Cold Meat Industry è l’etichetta di spicco).
Non può mancare il black ambient che fonde le sonorità ossessive e taglienti del dark ambient al black metal. Un nome è quello del norvegese Burzum. Infine arriviamo alla punta estrema del genere: il doom ambient. In questo genere regna un’atmosfera cupa, opprimente e nefasta. Di tanto in tanto il suono di qualche tamburo ad accompagnare le lente cadenze di una marcia oscura.