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Ciao amici, uno dei pochi luoghi finora non ancora rovinato da graffiti e scarabocchi vari è entrato di recente nel lungo elenco dei siti visitati dai writers.
Colorno si è arresa e i corridoi, le cui vernici scrostate disegnavano giochi di ombre sulle pareti, hanno perso il loro fascino e la loro "verginità", è l'inizio della fine per i muri della Reggia.
La questione 'writers' è un punto che ancora bisogna chiarire. Per quanto mi riguarda nutro un amore odio nei confronti di questi artisti. Li reputo tali e le loro opere, se contestualizzate, ponderate mi possono incuriosire e anche affascinare.
Non ho ancora ben chiaro però se si tratti di una violenza o meno al luogo: dei graffiti possono essere fatti con rispetto? Alterano un luogo è vero, ma se il luogo ha perso il suo secolare padrone e altri, oltre a noi esploratori, vogliono trovare il suolo per esprimersi perchè no? Può essere un modo per donare qualcosa al luogo stesso, accompganarlo nel suo mutare continuo.
Non grazio di certo invece quello che è successo all'Hotel Milano di cui Anna mi ha mostrato le foto. Questo, ed altri casi, sono assolutamente puri atti di vandalismo e basta.
Il caso di Volterra è analogo a quello di Colorno: personalmente ho visto il luogo prima e dopo e i graffiti che ora accompagnano alcuni edifici, segnano la loro particolarità e improvvisato utilizzo.
Si, lo so, Elvira, la questione è spinosa, forse si dovrebbe valutare caso per caso.
Ho visto i bellissimi murales alla Sava, ne ho esposto uno alla mia mostra, sono bellissimi quelli che valorizzano la plveriera sul lago Maggiore (una balena che sembra nascere dal pavimento di una stanza vuota, posterò una foto), questa a parer mio è arte. Ma con quale unità di misura giudichiano?
Trovo che i corridoi di Colorno avessero il loro fascino nell'ininterrotta serie di archi, vernice scrostata, colori tenui, un tutt'uno armonico. Onestamente mi sembra un'imbrattata nera senza grande valore artistico, ha deturpato definitivamente il posto.
Hai ragione, questi luoghi sono "morti" e non appartengono a noi fotografi che li vorremmo immortalare in una decadenza esteticamente accettabile; lo scarabocchio fa parte della decadenza, come il murales ben fatto, come il vetro rotto e le radici che si impadroniscono del pavimento, noi tendiamo ad accettiare solo ciò che non è causato dall'uomo. Personalmente non tollero i giocatori di soft air che ribaltano mobili per fare barriere difensive, nè vandali che spaccano vetri a mazzte, landruncoli e gli imbrattatori, ma tant'è, sono troppo intollerante e non mi soffermo a pensare che questi sono posti in decomposizione, sono terra di nessuno e nessuno può proteggerli veramente, quindi devo tenermi la mia inutile rabbia e farmene una ragione.