l'archeologia industriale e la sua polvere.

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28/12/2012 10:42:00
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Elvira Macchiavelli

l'archeologia industriale e la sua polvere.

Eccezionali cammini solcati di polvere grigia e viscidumi derelitti- nelle fabbriche si trova questo al suolo, oltre che tombini scoperchiati (trappole chimiche) piene di oscurità. Il soffitto è quasi sempre in eternit e di questo si sconvolgono tutti, anche se lo abbiamo usato per una quantità indicibile di tempo come materiale n.1 per costruire le tettoie delle nostre scuole e ospedali.

Poi si continua a vagare in trance sotto gli archi in cemento gocciolanti di condensa, fino alle scale in legno che portano ad una nuova avventura. Uno dei contrasti, uno dei tanti che si possono trovare in un'industria alla mercè du temps

Archeologia industriale significa scoprire, e quindi esplorare e capire che cosa veniva prodotto in uno stabilimento, a che cosa servivano quei macchinari ora dormienti e mummificati da ragnatele e ruggine. E' come una caccia al tesoro: ogni timbro che si trova in un ufficio di un ipotetico dirigente porta un marchio, e quindi un indizio sull'identità dell'industria in decadenza, ogni cartello di avvertimento per gli operai magari è un avvertimento anche per noi. Si va avanti e si nota un oggetto, o un cumulo di calendari che fanno partire la ricerca del più recente per capire quando magari, il complesso è stato costretto a chiudere i battenti. Ed è in quel momento che ci sentiamo parte di una totalità arcaica (per quanto la produzione di massa possa esserlo).

Quando internet non può soddisfare i nostri dubbi non resta che viverli.

EM 

26/01/2013 01:11:49
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Elvira Macchiavelli

Re: l'archeologia industriale e la sua polvere.

                                                                                           Apprezzare le improvvisazioni della vita, delle rotonde e delle strade in un luogo marcio al sole temperato di inzio inverno. 

Rumori lontani: languide scintille di ferro e caos. Su di un trono di cemento e silenzio si ammira l'affanno  dell'indifferenza universale. Aria romantica sotto la protezione di un gigante di cemento e ferro appollaiato sotto il sole. Mattoni, vegetzione, terra umida che ci fa scivolare lungo il tuo fianco, tra foglie di alloro e spine. Fortezza invalicabile con un salto di due metri e mezzo. Riemergere dall'ansia seguendo il sentiero. La cima del monte più bello con le quattro ciminiere: vessilli del tempo di cemento. 

Lungo una scala di legno ti solletico il dorso mentre l'intuito guida i passi e conduce la danza.

Forni, ragnatele, silenzio e pace luminosa. L'uomo tende alla felicità. E la conquista.

02/02/2013 23:24:17
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Elvira Macchiavelli

Re: l'archeologia industriale e la sua polvere.

Nel giardino l'aria bruna cala velocemente.

L'alloro permette al suo dorato suono di impermeare le paludi

degli animi ingialliti

sotto il chiaro artificiale del lampione.

Tra i corridoi del quartiere

lo sfregolio delle cicale riveste il pavimento e

dal profondo dell'ora

eccheggia un singulto. Tra sterpaglie ed edera, tra travi e pruni giace una ciminiera

alta. 

Spenta.

Sola.

La stella polare degli occhi.

21/02/2013 01:44:04
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Elvira Macchiavelli

Re: l'archeologia industriale e la sua polvere.

Il tramonto ottimo compagno di obiettivo.

Rosso e arancio fusi in un velo di ispirazione forte, che si impone sui ruderi neanche custoditi di un luogo apparso dal nulla. Sotto i tuoi archi si cammina tra il degrado dell' -inumano uomo- fino ad arrivare verso cumoli di calchi di scarpe...seminati ovunque.

Tra graffiti e lamiere sfondate di nuovo il sole a benedire atmosfere perdute.

Elvira