Noto con piacere molti commenti positivi da parte degli iscritti al sito che hanno partecipato all'evento di sabato 20 ottobre.
Vorrei dire che il rinnovato appuntamento al Museo del Manicomio di Volterra è stato veramente un successo. Nel luogo dove la cultura manicomiale viene custodita ormai da molto tempo lo staff del sito esplorazioniurbane.it e iscritti hanno collaborato splendidamente.
E' stato bello soprattutto vedere che tutti voi avevate una macchina fotografica oltre che al grande interesse.
Il ritrovo è stato stabilito alle ore 14.00 nella piazza di San Girolamo e successivamente gli iscritti hanno potuto visitare il piccolo ma nutrito museo allestito nella Biblioteca Cesare Lombroso, ai piedi di quei padiglioni manicomiali ormai dormienti.
Per questa settima visita abbiamo pensato bene di fare una piccola rievocazione storica di quel processo di schedatura che veniva compiuto al manicomio quando i degenti venivano internati. Questi ultimi venivano spesso imprigionati nelle camice di forza, un'infermiera scriveva su di una lavagna (che veniva posta dietro alla testa del degente) il numero di riferimento e il nome, poi si passava alla fotografia. Successivamente veniva chiesta una firma nel registro degli internati.
Questo è stato fatto ieri con l'unica eccezione che i degenti erano i visitatori del museo e partecipanti all'evento. Può essere sembrato strano, anche grottesco, ma avere un'idea così concreta di quello che era l'ingresso in manicomio non è cosa da poco...
Nel museo ci sono reperti fotografici dei vari reparti, grafici sulla produzione degli alimenti in manicomio (quest'ultimo era autosufficiente), attrezzature mediche... Claudio, referente presso l'USL 5 Pisa, porta i visitatori attraverso il percorso illustrando la vita 'in e del' frenocomio.
Tra gli ospiti Isabella Tobino con suo marito e altri amici, Virgilio Casini e il professore e dottore Angelo Lippi che ha operato nella realtà maicomiale volterrana.
'Questo evento-spiega Lippi- è un importante strumento della memoria che permette di esplorare i meccanismi dell'esclusione. Le visite aumentano la coscienza delle persone e l'unione delle componenti, artistiche, politiche... non può che arrivare all'unico fine di superare, o almeno comprendere il manicomio. Ma non solo, questa è un' educazione visiva e sensibile che permette di andare oltre le apparenze: una finestra sul futuro e sull'Inclusione.'
Elvira Macchiavelli