Notizie sul Mulino Pardini L’attività molitoria della famiglia Pardini iniziò già nel secolo scorsocon un molino a
palmenti. Dopo la morte del fondatore, Amedeo, la gestione venne assunta dalla vedova Liduina Bertolli
Nel 1915 Liduina Bertolli, coadiuvata dai tre figli Francesco, Giuseppe e Vittorio, intraprende la messa a punto di uno dei primi molini a cilindri della potenzialità di cento quintali giornalieri.In quell’occasione venne fondata la Società Liduina Pardini & Figli.
Dopo la prima guerra mondiale i Fratelli Pardini ampliarono lo stabilimento che nel 1926 raggiunse la potenzialità di cinquecento quintali giornalieri e nel 1935 di settecentocinquanta.
Sempre i tre fratelli, con la partecipazione per 1/3 del Gruppo Bertolli, riuniti nella Società Anonima Fratelli Pardini, costruirono a Corticella (Bologna) unaltro molino da seicento quintali giornalieri, cui si affiancò un Pastificio da 3-400 quintali giornalieri ed una piccola centrale elettrica.
Durante la seconda guerra mondiale, nel 1944, i guastatori tedeschi distrussero totalmente il molino di S. Pietro a Vico. Viene posta mano alla ricostruzione totale. Nei due anni successivi scompaiono i due fratelli. Ma nel 1948 Giuseppe Pardini completa la ricostruzione dell’impianto, con una potenzialità di 1000 quintali.
Negli anni ‘60 il molino è il più importante d’Italia, con una potenzialità di oltre tremila quintali giornalieri e silos granari della capacità di 3000 tonn. I prodotti sono venduti in tutta l’Italia e anche all’estero, sia per il grano duro che per quello tenero. Giuseppe Pardini ha anche sviluppato una tenuta agricola in Provincia di Lucca.
Dopo la morte di Giuseppe Pardini, avvenuta nel 1968, la Fratelli Pardini S.p.A. continua la sua storia sotto l’amministrazione dei figli di Francesco: il presidente è Amedeo e il Consigliere delegato Mario Pardini. La potenza di macinazione giornaliera arriva nel 1973 a quasi 6000 quintali; i silos del grano arrivano nel 1966 a 22.000 tonn. e quello della farina a 48.000 qli.
Lo stabilimento è fornito, oltre che di un binario di raccordo, di attrezzature imponenti, tra cui bilance elettroniche per la pesatura contemporanea di autotreni con rimorchio, scarichi e carichi meccanizzati, nonché passaggi atermici tra le attrezzature. L’impianto di macinazione è del titpo “ad alto rendimento”, fornito dalla ditta Buhler. La pulitura avviene a secco, con modernissimi sistemi: separatori, spietratori, cicloni di decantazione, ecc.; i rulli macinanti sono in ghisa ad altissima resistenza, il processo di macinazione e di selezione dei semolini è fortemente abbreviato. I prodotti vengono essiccati per permetterne una più lunga conservazione soprattutto nelle esportazioni, chde vengono effettuate prevalentemente verso Algeria, Libia, Siria, Egitto, Gracia, Francia, Svizzera, Austria.
Nel 2001 e' avvenuta la chiusura del Mulino Pardini per fallimento.