MARCONI e COLTANO

forum per argomenti riguardanti l'esplorazione urbana in generale

05/06/2012 22:17:22
Guarda il profilo utente di rodolfo
Totale Interventi 1153
TAGLIAFERRI RODOLFO

MARCONI e COLTANO

  Marconi e Coltano.

 

Il Centro Radio di Coltano fu utilizzato per la prima volta da Guglielmo Marconi nel 1903 per i collegamenti a lunga distanza con una stazione radio a scintilla. Il terreno, che si estendeva per circa 78 ettari, fu ceduto dal Re Vittorio Emanuele III e faceva parte della proprietà di Casa Savoia. La zona era acquitrinosa e si prestava bene alla propagazione dei segnali e la cosiddetta palazzina Marconi sorse per prima. Al suo interno erano dislocate le strutture di comando delle oltre sedici antenne che si ergevano per 75 metri. Di quelle antenne oggi restano solo alcuni basamenti in cemento, i plinti. Nel 1920 fu realizzata una grande antenna a tenda di 240 metri di lato che poggiava su piloni alti 250 metri. Un impianto all’avanguardia. Nel 1910 venne inviato il primo segnale a Massaua nell’allora colonia italiana dell’Eritrea e l’anno successivo il segnale giunse in Canada. Nel 1919 la stazione fu ufficialmente inaugurata. Dal 1919 al 1924 la Regia Marina costruì un nuovo Centro Trasmittente, altre antenne ed un centro di ricezione situato nella zona di Migliarino. Dopo un periodo di gestione privata da parte della società Italia Radio, il Centro Radio di Coltano venne gestito direttamente dal Ministero Poste e Telegrafi a partire dal 1930, divenne uno dei più importati Centri Radio Marittimi e Radiotelefonici europei ed effettuò traffico telegrafico e telefonico sia con navi che con altre stazioni terresti in tutto il pianeta. Durante il secondo conflitto mondiale la località, di interesse strategico, fu sottoposta a duri bombardamenti. La palazzina rimase integra, ma le antenne furono distrutte. Da allora nessuno se ne è più occupato.

 

06/06/2012 13:53:49
Guarda il profilo utente di elvira
Totale Interventi 986
Elvira Macchiavelli

Re: MARCONI e COLTANO

E Noi lo sappiamo bene.

Il degrado culturale è anche umano.