forum per argomenti riguardanti l'esplorazione urbana in generale
Immobile
in rovina,
nessuno più ci cammina
rovinato,
ammaccato
ormai è abbandonato,
solo,
senza più nessuno
ne un urlo,
ne un pianto,
nell'aria
rimane
deturpato
il suo silenzioso
canto.
Questa l'ho scritta io un po' di tempo fa! Spero vi piaccia!
Anche io pur non essendo un letterato o poeta......Mi sono cimentato a scrivere poesie sulla scia delle emozioni che suscitano determintati posti in abbandono.In particolare i casolari di campagna.Dove le pareti trasudano vecchie memorie ormai sopite dal tempo del nostro amato contado toscano....
Quando si vendemmiava e si cantava
le donne felici e maliziose con le cosce all'aria.
Attorno al focolare domestico si riunivan di sera
cenando con peorino e pera.
Bella mi Toscana di una volta.Dove si faceva all'amore con la propria amata sul pagliaio dirimpetto alla corte.E poi bestemmie contro il tempo siccitoso o alluvionale...
Bei ricordi quando il prete del paese giungeva a benedire le case con tutto il cherichetto al seguito.
Daltronde io sono un figlio di quella gente schietta,rude,a volte volgare ma con un cuore grande come l'America.Ai contadini toscani mai gravi torti bisogna far sè non vuoi una forca nel sedere.....Conservo ricordi stampati gelosamente nella mia memoria di anziani ormai andati via per sempre coi loro usi e costumi che di tante cose mi parlavano.Saggezza e folclore.Li ho sempre nel cuore.
Contadini toscani gente riottosa,semplice e genuina.Come del resto in tutte le campagne della nostra Italia con tutte le peculiarità del luogo.
A volte mi commuovo quando mi trovo di fronte una corte di campagna ormai abbandonata e fatiscente.Chiudo gli occhi e rivedo tutti quanti...Gli stallini con le vacche e le galline su e giù per l'aia.Bella mi terra vorrei rivederti come eri un tempo....Quando si andava a giro scalzi d'estate e si beveva l'acqua dè fossi senza la paura dei batteri e delle sostanze tossiche dei diserbanti.
Angelo il fatiscente
Magnificenza abnorme.
Mia per sempre sarai, impressa in cuore tremante,
folle.
Come non può una metafora descrivere un sogno concreto,
Quello dell'avventura pura e semplice. Senza schermi nè elettricità.
Nel buio delle palpebre serrate, neanche il buio di una stanza.
Elvira Macchiavelli