DA MARTEDI' 13 A GIOVEDI' 15 LUGLIO
Festival STORIE INTERDETTE 4^ edizione
Storie interdette è un Festival inventato dai Chille de la balanza nel 2018 nel 40.mo della rivoluzione basagliana e della legge 180 del 13 maggio 1978 che sancì il definitivo superamento dei manicomi in Italia.
“Fu una rivoluzione culturale prima che medica e psichiatrica (annota Peppe dell’Acqua a quei tempi giovane collaboratore di Basaglia e poi suo successore) una rivoluzione che mise al centro il malato e non la malattia: la persona”.
Storie interdette, giunto alla sua quarta edizione, intende essere uno di quei luoghi in cui ripartire dall’incontro e dalla relazione, per mettere in moto processi di rieducazione all’ascolto dell’Altro.
Il Festival si realizza grazie ai contributi di Ministero Cultura, Regione Toscana progetto Residenze, Comune di Firenze, Fondazione Cassa Risparmio Firenze e Unicoop.
A Storie interdette è collegato il Bando che ha selezionato 4 giovani Artisti invitati a creare e raccontare-recitare storie interdette intorno ad alcune tematiche del nostro tempo: storie o esperienze relative alle fragilità di oggi, al loro muoversi in questo tempo di pandemia o ancora nei manicomi invisibili mai scomparsi, oltre che memorie, epistolari, diari, ricordi, interviste di chi ha vissuto il manicomio da internato, dei loro familiari, dei medici ed infermieri che vi lavoravano.
Alla fine dei tre giorni è prevista l’assegnazione – con giuria tecnica e popolare– di un premio di 500€ al 1°classificato e di 300€ al 2°.
Gli Artisti vincitori del bando 2021, provenienti da tutt’Italia, hanno proposto progetti e storie largamente riferiti all’oggi, che presenteranno tutte le sere del Festival: Chiara Acaccia “EXIsT”, Luca d’Arrigo “Che l’A. Pace sia con voi”, Alice De Matteis “Una conversazione” e Matilda Mancuso “Social room”.
Significative anche le attività collaterali: si va dalla mostra fotografica “20 immagini sull’ex OP di Voghera” a cura di Esplorazioni urbane, vernissage martedì 13 maggio ore 20.30, alla presentazione - giovedì 15 maggio ore 20.30 - del libro “Quale psichiatria? Taccuino e lezioni” di Franco Rotelli, per anni collaboratore di Basaglia e suo successore alla guida del DSM di Trieste.: dialogheranno con lui lo psichiatra Vito D'Anza e la psicologa Patrizia Meringolo.
E ancora l’incontro di giovani frequentatori di casa San Salvi con i 4 giovani Artisti, intitolato "Dialogare per ricostruire, dialogare per ricostruirsi", previsto per mercoledì 14 maggio ore 23.00 a fine serata.
Per tutta la durata del Festival sarà possibile poi ammirare alcune creazioni di Francesco Romiti: in occasione del vernissage martedì 13 ore 21, Claudio Ascoli leggerà pagine del suo Diario, di grande emozione e coinvolgimento sino ai fonemi-urlo dedicati dall’Artista alla donna amata nel giorno della sua morte.
Su Romiti, i Chille realizzarono un’importante mostra nel 2019, UMANI, esponendo disegni e dipinti. Nell’occasione nacque un prezioso catalogo con i contributi critici di Tomaso Montanari e Eva di Stefano. «Sarei molto felice se un’opera di Romiti potesse, un giorno, essere esposta agli Uffizi – afferma Montanari – sarebbe un segno importante di consacrazione, ma soprattutto di ridefinizione del museo. Siamo di fronte a due estremi, Romiti è come un santo, povero, un Francesco d’Assisi scalzo della storia dell’arte, che dice: “L’arte non si può vendere, perché non si può valutare in denaro”. In Romiti è davvero impossibile dividere l’arte e la vita: questa condizione era vissuta con una purezza e una fede nella sua arte, che era quasi un modo per rifare un mondo giusto».