Mi sono imbattuto, navigando, in alcune belle foto e nella suggestiva storia della sorgente Roveta. Sempre in rete, ho trovato questo articolo a firma di Fabrizio Nucci:
"Il panorama è quello incomparabile delle colline di Scandicci. La strada bianca che dall'Hotel Sorgente Roveta declina inoltrandosi in una bella pineta a tutto può far pensare meno che ci si stia incamminando verso uno degli esempi di archeologia industriale più suggestivi (e più dimenticati) della nostra regione. Invece quella strada porta dritti al vecchio stabilimento dell'acqua Roveta, un marchio che i non più giovanissimi ricorderanno oltre che per l'acqua minerale per le mitiche bottigliette d'aranciata piccole e tonde. Il colpo d'occhio che oggi offre il vecchio stabilimento è quello tipico della fabbrica abbandonata: un piazzale con cumuli di rifiuti, la facciata dell'immobile cadente e seminascosta dai rampicanti, solai sfondati, infissi ormai scomparsi. La parte più a nord del fabbricato è un evidente aggiunta risalente al dopoguerra mentre il corpo di fabbrica principale, in pietra, costituisce il nucleo originario di questa storica azienda impiantata negli ultimi decenni dell'Ottocento dall'imprenditore fiorentino Enrico Scotti. Accanto, nascosti dall'edera, i locali delle terme, cuore di quello che doveva essere uno splendido giardino. Il fascino di questo posto, più che nell'architettura, sta in ciò che è rimasto all'interno della fabbrica: al primo piano della parte più recente dell'immobile sono infatti rimasti al loro posto tutti i macchinari, un'immensa sala macchine che sembra quella del relitto di un transatlantico adagiato in fondo al mare, con la ruggine ovunque e soprattutto con il silenzio surreale che può esserci solo in luoghi come questo. La grande macchina per la pastorizzazione dell'aranciata, le etichettatrici, i lunghi nastri trasportatori che portano al piano di sotto dove c'era il magazzino sono i muti testimoni di quello che era un ciclo produttivo industriale vero e proprio che portava ogni giorno questo stabilimento a sfornare migliaia di bottiglie di acqua e bibite. Da una porticina in ferro si accede poi al vero cuore della fabbrica: la sorgente. Un lungo cunicolo a volta interamente scavato nella roccia conduce infatti alla sorgente dove l'acqua di Roveta trasuda dalla viva roccia; lungo il cunicolo ci sono ancora due grande vasche che fungevano da serbatoio e dalle quali partiva poi la lavorazione. Tutto questo si è fermato per sempre il 14 agosto 1975 con la chiusura definitiva dello stabilimento che suggellò la complessa vicenda della successione di Gino Scotti, l'uomo che aveva reso quest'acqua famosa in tutto il mondo. La storia industriale della Sorgente Roveta era iniziata a fine Ottocento grazie all'impegno di Enrico Scotti che aveva intuito le potenzialità commerciali di un'acqua che aveva caratteristiche di pregio assoluto per la sua finezza e per le sue virtù diuretiche. Indissolubilmente legato alla notorietà dell'acqua era l'antico "Albergo delle Fonti" (oggi Hotel Sorgente Roveta) che sorge in cima alla collina e che Enrico Scotti aveva dotato fin dal 1905 dei più moderni comfort come il telefono e un campo da tennis.
Proprio il binomio con lo sport segnerà la fortuna dell'Albergo delle Fonti che diventerà il luogo dei ritiri della Nazionale di calcio e della Fiorentina. Intanto l'attività di imbottigliamento e commercializzazione dell'acqua Roveta progrediva anche grazie al miglioramento dei trasporti ed erano ormai lontani i tempi in cui Enrico Scotti con il suo barroccio carico di casse d'acqua si incamminava verso Firenze.
Il vero salto di qualità da un punto di vista industriale la Sorgente Roveta lo compì nel secondo dopoguerra quando Gino Scotti intuì che il suo marchio poteva imporsi a livello nazionale in un momento in cui i consumi crescevano rapidamente. Fu così che all'inizio degli anni Cinquanta lo stabilimento venne ampliato e dalla Svizzera arrivarono i modernissimi macchinari destinati alla produzione delle bibite e all'imbottigliamento dell'acqua. In breve il nuovo stabilimento inaugurato nel 1953 arrivò ad occupare circa ottanta operai, alcuni dei quali provenienti dai tredici poderi che lo stesso Scotti possedeva nella zona di Roveta, altri provenienti dai vicini borghi di San Vincenzo e Vigliano o addirittura da Lastra a Signa e Montespertoli2.
Il vecchio Enrico Scotti la cui statua campeggiava nel giardino della sorgente sarebbe stato davvero orgoglioso di quello che stava accadendo. Adesso Roveta era un marchio affermato anche grazie ad operazioni di packaging decisamente moderne come la scelta del design delle bottiglie a forma di arancia e il lancio di nuove bibite come il chinotto, la cedrata o la President Cola, apprezzata versione nostrana della celeberrima Coca Cola. Il via vai di camion lungo la strada bianca che conduceva allo stabilimento era continuo e dal magazzino di Roveta cominciarono a partire casse destinate anche all'esportazione in paesi remoti come il Congo. Nel 1961, all'età di 81 anni, si spense Gino Scotti, il mitico "sor Gino" amico di tanti personaggi famosi dello sport. La sua morte coincise con l'inizio di un rapido declino legato alle vicende della successione che in pratica bloccarono qualsiasi investimento produttivo; nel 1966 per la prima volta nella storia dell'azienda gli operai della sorgente Roveta scesero in sciopero per il rinnovo di un contratto che risaliva addirittura al 1925. Nel giro di qualche anno la battaglia a suon di legali e carte bollate tra gli eredi portò alla crisi irreversibile della Sorgente Roveta, con una rapida riduzione del numero di dipendenti che al momento della chiusura erano rimasti una quindicina. Proprio i dipendenti sondarono la possibilità di rilevare l'azienda dato che il prodotto era valido e che la crisi era dovuta a fattori estranei a quelli di mercato, ma anche quest'ultimo tentativo si arenò sulle difficoltà oggettive di una situazione ormai compromessa. Fu così che i macchinari giunti ventidue anni prima da Losanna si fermarono per sempre e il frenetico andirivieni di camion lasciò il posto al silenzio di un luogo incantato ma via via sempre più dimenticato; anche la tradizionale festa dell'Ascensione che ogni anno vedeva giungere alla sorgente centinaia di persone da tutto il circondario cadde nel dimenticatoio. Tre anni fa il primo segno di risveglio con la riapertura dello storico Albergo delle Fonti, ribattezzato Hotel sorgente Roveta e oggi splendido punto di riferimento per turisti provenienti da tutto il mondo. Per lo stabilimento della sorgente è invece difficile fare previsioni: la speranza è che un ipotetico recupero tenga conto almeno della storia di questo luogo, lasciando traccia di un'attività che per oltre un secolo ha caratterizzato la vita di Roveta diffondendone il nome in tutto il mondo.
Fabrizio Nucci"
Che ne dite, se non è troppo presto, di farci un salto Sabato 2 Aprile, con orario e luogo di ritrovo per mail?