Adesso il passato è una stanza vuota. Chi vi ha abitato se ne è andato lasciando tante carte e una porta chiusa...tracce…come indizio manifesto di un qualche passaggio umano o come traccia mnestica di eventi trascritti nella memoria. Nessuno è tornato. Noi adesso siamo gli sguardi per raccontare cosa percepiamo, cosa ora vediamo. Mi piacciono le foto in cui fermi il tempo, anche se non è un tempo vero, le tue foto trasformano il momento ad un tempo che non c’è.

Non vedo niente tranne che molto vicino e molto lontano.

Ci sono tracce...non orme lasciate da passi di uomini ma segni di testimonianze, ricordi di una condizione registrata in qualche memoria. Ricordi...Memorie da scoprire, da ricostruire, da interpretare. Tracce...di una dimora che conserva ancora alcune...tracce dell’antica grandezza.

Sono autorizzata a rovistare in queste stanze dimenticate e narrare eventi per me immaginari evocando lo spettro delle emozioni, perché le stanze non sono mai vuote ed hanno sempre qualcosa di interessante da raccontare, ed anche quando le percepiamo davvero vuote, possiamo immaginarle come interludio di una atmosfera. Se ascolto, trovo in esse ricordi non ancora rassegnati a svanire. Rovisto ancora sino a trovare storie, trascorsi, esperienze.

Ma io sono solo uno sguardo, osservo e leggo il messaggio che la tua foto mi trasmette e come spettatrice, questa foto mi ha suscitato emozione e meraviglia.

Il vuoto è una fantasia del fotografo perché...dietro quella porta chiusa dove anche il tempo si è fermato, si riaprirà nel momento del ritorno...perché la memoria ridiventi vita...