Sicuramente affascinante nonostante poco ricco di affreschi, pochi disegni anche nella parte superiore di questo ambiente con mobilio d’epoca, in ogni caso signorile, che mi ha suscitato tuttavia curiosità. Sul salone si affacciano altre stanze destinate a chissà quale utilizzo. E poiché era comunque la residenza di un direttore di un istituto importante, questo salone non poteva che trasudare austera grandezza e un linguaggio antico. E’ ciò che mi hai trasmesso.
La combinazione dei colori delle pareti non bianche ma sporcate di un grigio chiaro o forse lilla, a mio parere perfette, rendono l’ambiente equilibrato e focalizzano l’attenzione nel modo giusto sui diversi punti, perché si tratta di una combinazione di colori molto efficace a richiamare l’idea di antiche mura.
Quanto fosse importante l’istituto e conseguentemente il direttore, forse anche pianista o amante della musica, non è stato per me rilevante quanto lo sono stati gli scatoloni sui gradini delle scale. Hanno evocato in me l’azione del traslocare, pensabile sia come una eccitante avventura sia come una stressante esperienza. Voglio immaginare il traslocar-si come trasferimento, come cambiare abitazione o luogo di lavoro. Allora, se fosse il direttore di un manicomio, mi piace immaginare non un trasferimento di sede e di ruolo.
Ho visto in questo tuo collocare l’immagine in una semplice cornice, un perfetto equilibrio e assenza di complessità. Ho visto naturalezza e sobrietà. Se fosse una “umana” oserei dire con “assenza di malizia”. Armonia.
Cosa contenevano quelle scatole? Io avrei voluto trovarci...