UN MANICOMIO UNA EMOZIONE

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10/06/2020 18:30:08
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TAGLIAFERRI RODOLFO

UN MANICOMIO UNA EMOZIONE

Ogniqualvolta ci ritroviamo a esplorare un ex manicomio è sempre una prima volta e l'emozione ti prende alla "gola"...

13/06/2020 16:34:41
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R: UN MANICOMIO UNA EMOZIONE

Mi chiedo se vi è una differenza tra questo manicomio e una cattedrale.

Osservandola ho trovato una similitudine forte e nella mia logica, potrebbe rappresentare tranquillamente una chiesa.

Penso al soffitto a cupola che è il simbolo del cielo. La cupola ci dice che il cielo si è aperto alla terra... di un Dio che si è fatto uomo...cielo e terra. Cupola come simbolo della volta celeste.

Le nicchie che nelle chiese hanno ospitato o ospitano statue o immagini di culto, perché la chiesa cattolica è sempre ricorsa all’uso di immagini e statue sacre per la pratica della devozione.

La navata centrale, nella cui profondità si potrebbe immaginare un altare che nella chiesa è l’elemento che più risalta per bellezza e maestosità e dove durante la celebrazione viene consacrato il pane e il vino.

Molto riporta ad una chiesa. Ma chiesa non è. E’ un ex manicomio quindi potremo dire che quasi certamente non ha conosciuto niente di sacro e né di religioso. Tutto appare profano, soprattutto sul piano delle manifestazioni umane dove tutto è stato estraneo o contrario a quanto si possa attribuire all’ambito religioso.

TUTTO E’ ABBANDONATO DA DIO.

Ho conosciuto i manicomi e ho visto ormai tante foto del nostro bravissimo Ro, e nonstante ciò ho pensato di procurarmi un contenitore in cui raccogliere le emozioni che le sue foto mi suscitano ogni volta e perchè, come ho già espresso, i manicomi possono assomigliarsi ma le emozioni che suscitano sono differenti anche a guardare la stessa foto in momenti diversi. In me emergono emozioni antiche e nuove, emozioni dai colori diversi, come risposta psicofisiologica, psico perché coinvolge i miei pensieri e le considerazioni di quella situazione, fisiologico perché a quella emozione corrisponde una mia diversa palpitazione.

E, poiché non sempre riesco ad identificare che emozioni sto provando soprattutto se sono in preda ad un attacco emozionale, penso ai colori, che in questi casi percepisco grigio o nero ad accogliere tristezza e rabbia.

Provo così ad entrare dentro la foto e ritrovo un ambiente conosciuto, ritrovo persone invisibili pur nella loro corporeità anche se corporeità è la capacità di costruirsi come presa di coscienza dell’essere nel mondo. Ma a nessuno di loro è stato concesso essere nel mondo. Sono entrati persone per poi diventare invisibili. E’ per queste emozioni che credo che, come Ro dice...ogniqualvolta ci troviamo a esplorare un ex manicomio è sempre una prima volta e l’emozione ti prende alla “gola”...

Nelle emozioni non credo ci sia una prima o ultima volta. Credo che il momento crei l’emozione e ciò che il tuo occhio legge in quel momento dà forma all’emozione che si materializza nella foto.

Il tuo occhio nello scatto viaggia parallelamente all’occhio di chi guarda per la prima volta un ex manicomio: tutto si concretizza e prende forma per partorire un ventaglio immenso di emozioni. Per questa tua capacità ho necessità del contenitore, per nulla disperdere!

Lì dentro molto sprigiona attrazione e qualche volta fascinazione. Possiamo immaginare di vedere letti ormai arruginiti, finestre divelte, carrozzine allora efficaci mezzi di locomozione, a farci raccontare della loro vita trascorsa. Tutto parla. Anche i muri parlano. E allora, quella fascinazione del luogo abbandonato ci fa provare quella strana sensazione di sofferenza e di solitudine. Ed i muri, complici di quella segregazione, fanno vibrare nell’aria quel protervo dolore, insolente e sfacciato.

Le grandi volte grigie ben evidenti nella bella foto, creano una situazione di inquietudine e mistero, aggravata dal silenzio al quale si son dovute sottoporre.

Forse, un brivido ha percorso le tue mani e magari hai sentito addosso centinaia di occhi là dentro, gli occhi di quelle persone che io ho immaginato in quelle nicchie a sostituire i santi.

13/06/2020 17:57:20
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TAGLIAFERRI RODOLFO

R: UN MANICOMIO UNA EMOZIONE

La parte più "vecchia" di questo edificio...mi sono posto davanti alla grande porta dai vetri coloratissimi e ho scattato questa immagine (quella sopra, naturalmente). Una delle mie prime esperieze da "esploratore" usando i mezzi (macchine fotografiche e obiettivi) tipici di ogni fotoamatore. I risultati ottenuti non mi hanno soddisfatto molto, in seguito sono migliorato io e di conseguenza anche le mie immagini. Ma tutto è scuola e non si smette mai di imparare.

Ringrazio Adri che ogniqualvolta scrive fa una disamina veramente così efficace che tutte le volte mi "rimanda" a vedere l'immagine postata e ha rivalutarla in positivo. Grazie ADRI!

La famosa "porta a vetri" dell'ex manicomio.