Non si può che rimanere affascinati nel guardare questa foto. Mi sarebbe tanto piaciuto vedere la bellezza di questa antica e sofisticata sala. Molti anni fa fui ospite di una amica pistoiese con sua figlia architetto. Quell’anno ci concentrammo maggiormente a visitare Firenze, villa Sbertoli la vidi solo esternamente e il mio ricordo è solamente di bellissime colline. Non ci fu il tempo.
Tempo. Chissà quale tempo ha vissuto questa dimora, quale glorioso trascorso ha avuto, quali segreti conserva in sé. Dagli affreschi si potrebbe ipotizzare che conservi ricordi di trecento anni e il fatto che abbia inglobato sofferenza di migliaia di persone, il suo carico emotivo non può che essere stato di un pesante fardello. Dalla bellissima foto si evince un salone fiero e quasi orgoglioso della sua bellezza, un meraviglioso affresco murale contornato da importanti cornici di gesso sovrasta un vecchio pianoforte.
E un vecchio pianoforte messo lì ad esistere in un tempo ormai privo di vita e privo di tutto, senza tastiera e forse con ancora corde e martelletti di percussione, ma anche lui ha smesso di emettere quelle melodie incantevoli che forse hanno fatto sognare ad occhi aperti. Si è sempre pensato che suonare il pianoforte avesse numerosi effetti positivi sul cervello. Forse era lì per questo? Non solo la follia ha permesso di immergerci nei sogni e volare...anche la musica di quel pianoforte, forse, che ancora continua a suonare per chi, con la creatività mentale ha voglia di ascoltare, senza chiamarla realtà o illusione. Pianoforte su un vecchio pavimento rivestito da aristocratiche e vecchie maioliche a delimitare lo spazio in cui muoversi.
Tempo e Mente.
E’ strano pensare come una così bella costruzione possa arrivare ad un così considerevole decadimento quasi avesse fuso la propria esistenza a quelle di chi li dentro ha vissuto. La sua bellezza diventa dimenticanza, oblio, quelle vite che lì trascorsero il tempo diventarono dimenticanza, oblio.
Come fai a far parlare le foto?