Inizio con il dubbio: sono i soggetti che proponi realmente avvincenti o sono le tue foto e la tua tecnica fotografica a renderle estremamente interessanti? Non essendo una esperta mi soffermo principalmente ad esternare l’emozione che la foto mi ha trasmesso e che mi dà la possibilità di esprimere un mio pensiero.
Kalil Gibran affermò che “la casa è il nostro corpo più grande” che a mio parere significa che le case sono delle spie. In effetti quando entriamo in una casa non tardiamo a renderci conto che l’arredamento, i mobili, la loro disposizione rispecchiano in qualche misura la personalità di chi le abita.
L’aspetto elegante di questa antica dimora non suscita timore. Lo spazio è molto bello e quasi si avverte nei divani, quadri preziosi e arredi antichi il tocco raffinato femminile mescolato alla solidità di statue che appaiono maestose e che conservano tratti maschili.
Siamo in una casa signorile che conserva la memoria delle persone che vi hanno vissuto, cassaforte di storie di vita che hanno lasciato emozioni. I divani dalle stoffe importanti rendono il salone elegante e raffinato, in particolar modo quel velluto rosso, quasi sinonimo di antica dimora. Mi piace pensare ad una casa appartenuta a persone estroverse e accoglienti che hanno amato condividere con altri serate speciali.
La percezione cambia se cambio il mio punto di osservazione. Appaiono sinuose figure femminili, imponenti statue trovano prepotentemente posto in quello spazio e quando meno te lo aspetti Lui, che improvvisamente compare sull’uscio quasi ad attraversare i secoli. E’ Lui che si confronta con quel luogo o è forse un’opera d’arte? E’ in ogni caso una coinvolgente visione. Il passato che entra nel presente, il presente nel passato in uno scambio continuo di rimandi e compenetrazioni. E’ in ogni caso un viaggio attraverso il tempo, un tempo che hai fissato all’oggi attraverso il tuo bellissimo scatto. Un walzer di sinfonie delicate.