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Negli anni ‘60 la tensione tra Unione Sovietica e Stati Uniti era alle stelle: con la crisi missilistica di Cuba, il rischio di far scoppiare una terza guerra mondiale si era fatto molto più concreto e la costruzione di un sistema di comunicazione efficace all’interno al Patto Atlantico divenne fondamentale. La rete di basi radio ACE-HIGH Network fu realizzata proprio in quest’ottica e, estendendosi dalla Norvegia fino alla Turchia, consisteva in una cinquantina di stazioni troposcatter nei principali paesi NATO. La tecnica troposcatter consiste nell’irradiare il segnale nella troposfera dove subisce uno “spargimento” in modo tale che parte di esso possa essere raccolto dalla stazione corrispondente anche se posta oltre l'orizzonte elettromagnetico (ciò significa che le due antenne non sono in portata ottica), come da schizzo in foto. I siti di fruizione delle informazioni trasmesse (570 canali telefonici, 260 canali telegrafici e 60 circuiti dati) venivano spesso serviti attraverso collegamenti a microonde. In questa rete transitavano tutte le comunicazioni analogiche e digitali, quali i rilevamenti radar della NATO, l'Early Warning, i piani di attacco e i collegamenti fra i vari centri strategici, tutti ai più alti livelli di segretezza e con il massimo d'affidabilità. Anche l’Italia, per via della sua posizione strategica fondamentale e soprattutto in seguito all’uscita della Francia dalla NATO, fu inserita in tale sistema di comunicazione. Nel nord Italia, a oltre 2000 metri di altezza, fu resa operativa nel 1969 una delle basi più importanti. “Era un punto radio attraverso il quale tutti i comandi NATO passavano” e per questo motivo era operativa ventiquattro ore su ventiquattro e presidiata costantemente. Il compito del personale era di “mantenere in funzione le apparecchiature per le comunicazioni che non potevano fermarsi, per nessun motivo”. Per il personale della base, vivere a queste quote durante i lunghi inverni, immersi nel silenzio della montagna non era semplice. Lontani chilometri e chilometri dal centro abitato più vicino, isolati dal mondo esterno per via della neve che scendeva copiosamente e impegnati ad ascoltare informazioni della massima riservatezza, non era raro captare messaggi in lingue che non suonavano affatto umane...
GRANDE Gianni! Le "nostre" basi TROPOSCATTER?
Come sempre le tue immagini sono MOLTO descrittive e altrettanto interessanti...il b/n è FAVOLOSO!
Grazie mille Rodolfo.