La scelta e il ruolo dei colori nei luoghi di cura
Molti anni fa partecipai nella penisola ad un convegno di psichiatria e presenziai ad una sessione in cui si parlava appunto dei colori negli ambienti degli ospedali psichiatrici e dell'ingegno d'aver creato all’interno zone cromatiche differenti l’una dall’altra.
Ciò che oggi dobbiamo chiederci è che ruolo hanno avuto i colori in questi luoghi di cura; forse potremmo considerare il colore come complice della guarigione poichè l’ambiente influenza lo stato d’animo delle persone. E ancora potremo trattenerci a riflettere sulla ripercussione a livello emotivo che la colorazione delle pareti ha avuto nella percezione all’interno di un contesto manicomiale.
Lessi in una rivista di psichiatria la notizia di un esperimento condotto intorno alla metà del 1800 da uno psichiatra italiano in un OP italiano, in cui le stanze di alcuni psicotici violenti ricoverati presso il manicomio erano tinteggiate di rosso, blu o viola, mentre i pazienti messi nelle stanze rosse schiumavano di rabbia e quelli nelle stanze blu, miglioravano.
Certamente la relazione tra il colore e le emozioni che quest’ultimo può suscitare è universalmente nota e possiamo considerare il colore un linguaggio di comunicazione che ci emoziona e che condiziona il nostro umore.
Feci una mia considerazione: se la degenza all’interno degli OP era quella nota a tutti di degrado e abbandono, perchè darsi pena a creare ambienti in cui le tonalità di colore potevano aiutare magari a riequilibrare lo stato d’animo di questi esseri umani?