Settantacinque anni dopo Auschwitz
Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di sterminio di Aushwitz-Birkenau. Il 27 gennaio è divenuto il Giorno della Memoria, una ricorrenza e commemorazione internazionale per onorare le Vittime della Shoah. Il mondo continua a ricordare. Sono trascorsi 75 anni dal quel giorno in cui quella prima Armata del Fronte ucraino fece il suo ingresso sotto la famosa scritta “Arbei macht frei” (il lavoro rende liberi); quella giornata modificò la storia del Novecento. C’è bisogno di continuare a ricordare perchè non abbia a ripetersi mai più una tale catastrofe, un tale disastro, una tale distruzione. Questa ricorrenza ci fa ritornare ad un tempo, un luogo, un evento, ad una storia che pian piano sta perdendo tutti i testimoni, perchè il naturale trascorrere degli anni li sta portando via. Il 28 gennaio dello scorso anno ho pubblicato un post su Olocausto e Manicomi su una mostra documentaria “Schedati, perseguitati, sterminati”, organizzata dalla Società di Psichiatria tedesca e italiana, una mostra inaugurata nel Parlamento tedesco, esposta in tutto il mondo che ha ripercorso le tappe delle persecuzioni, per restituire alle persone colpite quella individualità che gli autori dei crimini volevano cancellare. Tutti noi siamo chiamati a capire il senso della storia, è necessario fermarci a riflettere soprattutto su una cosa seria, una cosa che si chiama violenza. Non facciamo addormentare la memoria, non leghiamola ad un lettino con la camicia di forza. E’ necessario squotere l’indifferenza. Non ci deve mai più essere un leader che ci possa legare con quella stessa camicia di forza al pensiero di violenza e di morte di un carnefice. Rispettiamo le diversità e difendiamo le persone in pericolo. Viviamo con le persone diverse da noi nella normalità. Non dimentichiamo che 6milioni di innocenti sono morti per questo e mentre i nazisti han cercato di nascondere le prove degli omicidi di massa, milioni di vestiti e tonnellate di capelli ci hanno fatto conoscere le loro storie spaventose.
Primo Levi asseriva: ...“è accaduto, può accadere di nuovo”... Auspichiamo di smentire Primo Levi e Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, per il quale il nazismo potrebbe riemergere “sotto mentite spoglie”. Quindi combattiamo le persecuzioni, l’odio e la discriminazione, dovunque siano.