Recentemente sono stata alla presentazione di un libro scritto da uno psichiatra e come spesso sono solita fare con i libri interessanti, l’ho acquistato. Converso sempre con gli autori e con lui ho parlato anche di libri, dei miei libri, per me una grande ricchezza. Non manco mai di fare autografare i libri che acquisto, è un modo di rafforzare il mio legame con l’autore. La dedica recitava: “ A Adriana, un piccolo complemento alla sua passione bibliofila”. Perché racconto questo? Perché quando mi avvicinai ad EU mi impressionò molto leggere di quel libro che veniva promosso, NOF4 – IL LIBRO DELLA VITA. Andai alla ricerca di informazioni e forse, appunto, per quel mio essere bibliofila, decisi immediatamente di acquistarlo. Eravamo alla metà del 2018 e ho considerato il libro NOF4 – IL LIBRO DELLA VITA, il mio miglior acquisto in quell’anno. Occupa un posto importante tra i volumi della mia libreria.
La mia lettura è stata un viaggio misterioso ed affascinante in un capolavoro in cui la lettura è la trasmissione di ciò che un’opera trasmette.
Non sono una critica, sono una grande lettrice e studiosa che si esprime spesso per emozioni. Nannetti è stato interpretato da persone eccellenti. La sua Art Brut divulgata ampiamente. Esprimo semplicemente quanto mi è arrivato.
L’uomo ha iniziato ad utilizzare le immagini sin da tempi antichissimi, immagini graffiate sulle pareti delle caverne, nella creta…riconducibili a riti celebrativi, religiosi o altro e qualsiasi altro fosse, credo che il fine ultimo fosse quello di comunicare.
Ho trascorso tante notti e tanto tempo a leggere nelle pagine del libro quanto inciso in quel muro, nonostante il lavoro certosino e fondamentale di Aldo Trafeli a riportare quelle decine di metri di incisioni, fatte con una tecnica originale, la fibbia del panciotto non avendo a disposizione altro, né colori né fogli o altro. Ho letto la “trascrizione” minuziosa, ma ho voluto viaggiare in quei segni e in quelle forme, perché chi legge non interpreta solo i segni, ne interpreta anche la modalità di incisione perché attraverso quei segni ci si può forse accostare e percepire la sensibilità di quella persona nata a Roma. col naso a ipsilon, spinaceo, bocca stretta …
Un’opera d’arte si accoglie in un messaggio, si decodifica, si interpreta e si cerca di comprendere. Decodificare, interpretare e comprendere l’opera di Fernando Nannetti ha significato per me intraprendere un viaggio con la mente davvero interessante perché ha voluto dire interpretare un pezzo di vita che ha attraversato il tempo dove il tempo non c’è. Un viaggio dove si intrasente un urlo destinato ad un mondo privo di udito, perché attraverso quelle incisioni, quel testo visivo, quegli elementi grafici, potessimo un giorno conoscere la sua storia, la storia del Colonello Astrale, la storia dell’Ingegnere Astronautico Minerario.
E’ un’opera di art brut ma forse anche un’opera di letteratura della mente. Arte e follia. Secondo una ricerca la follia fa il genio, ma qualcuno dice che il genio fa la follia…
E’ un bel libro anche a livello estetico nella sua copertina dai toni azzurri e dal testo scritto con un corpo estremamente leggibile.
Sono poche le copie del libro che ancora EU possiede. Credo che chiunque sia vicino alla psichiatria o chiunque si voglia avvicinare all’argomento della psichiatria, chiunque sia vicino all’arte, chi come me è solo bibliofila anche solo un poco e ha necessità della fisicità del libro, debba possederlo nella propria libreria. Un libro importante.
Un libro ci dà la libertà, perché possiamo fare ciò che vogliamo: sottolinearlo, evidenziarlo, scriverci annotazioni. Io l’ho fatto.