Grazie Massimiliano Eccomi.
Innanzitutto il mio ringraziamento a tutto lo staff di Esplorazioni Urbane per la splendida opportunità di farmi esporre durante l evento del 15 giugno a Maggiano.
E' un grande onore per me esporre il mio lavoro fotografico: si tratta di 40 scatti fatti in ex Manicomi del nord Italia ,che ho correlato con delle frasi della poetessa Alda Merini.
Il titolo della mostra è "QUARANTA DI 180"
40 gli scatti per il 40esimo anniversario della legge 180 ovvero la legge Basaglia che nel maggio 1978 ha sancito la chiusura degli ospedali psichiatrici in Italia.
Mi hanno chiesto come è nata l’idea di questa mostra. In realtà nasce come semplice progetto fotografico in un freddo giorno di inverno mentre stavo esplorando per la prima volta un ex manicomio in abbandono. Una sensazione di inquietudine che mi ha investito fin dai primi passi finchè son uscita da quella silenziosa struttura,un silenzio assordante lo definirei. .Quella sensazione ,forse data dalla suggestione nel camminare lungo i lunghi corridoi, buttando lo sguardo nelle stanze semivuote, mi ha colpito l’ anima come una lancia.
Una volta uscita ho sentito il bisogno di andare oltre, quella era stata un esplorazione diversa da tutte quelle che avevo fatto prima. E allora è cominciata la mia ricerca visitandone altri, tutti in abbandono, documentandomi e leggendo storie di ex internati per cercare di capire cosa avevano passato,come mai ci erano finiti, come erano riusciti a sopravvivere a quelle celle ,a quelle finestre sbarrate, ai soprusi provenienti dalle persone che in teoria erano li per curare la loro malattia, nei casi in cui ci fosse stata.
Se si pensa che per essere ritenuti pazzi bastava solo essere al di fuori degli schemi, omosessuali, down, ribelli o nell epoca fascista,semplicemente politicamente scomodi …
Diciamo che gli ospedali psichiatrici servivano anche per togliere di mezzo certi tipi di persone .per molti la pazzia è sopraggiunta dopo essere stati internati in quell‘inferno.
E, tra i vari internati inevitabilmente mi sono imbattuta in lei ALDA MERINI, forse l ‘internata più famosa.
Avevo letto già qualche sua poesia,e mi sono letta la sua storia, i libri scritti da lei su quel periodo nero della sua vita. Leggerli è come catapultarsi nel suo mondo , ti ci accompagna lei, prendendoti per mano,prendendoti l’ anima, lei che questo inferno lo ha vissuto sulla sua pelle. Quello che lei definiva il suo “deserto senza fine”.
Li descrive così :” Anni senza fine perché in manicomio tutti i giorni sono uguali,fuori dal tempo,in una ripetizione monotona e disumana di gesti ed azioni”
E disumana è la condizione in cui i degenti sono costretti a vivere: potentemente sedati da psicofarmaci,rinchiusi in una stanza con finestre sbarrate, o peggio a subire torture come l ‘elettroshock o legati ai letti ,in silenzio.
Un silenzio assordante con la paura che una parola di troppo scateni l ‘ira di coloro a cui erano stati affidati.
Con i miei scatti cerco di trasmettere le sensazioni che ho sentito, cerco di far arrivare a chi li guarda l 'inquietudine e il terribile disagio, il terrore e il senso di abbandono che le persone che son passate di li hanno vissuto... La spersonificazione dell anima e l annullamento dell essere umano che avveniva tra quelle mura nel silenzio fino a quando i primi fotografi negli anni 70 son riusciti a valicare quelle mura e far vedere al mondo esterno quello che succedeva. E' anche grazie a loro e a quegli scatti che la legge Basaglia ha potuto essere approvata chiudendo definitivamente quegli orrori e dando vita a un altra Psichiatria.