Si chiama Pyramyden, è l'ultima città abbandonata prima del Polo nord. Si trova sul 79° Parallelo nelle isole Svalbard. L'estremo baluardo sovietico, città ideale nata sotto il mito del Comunismo nel 1910, popolata dai minatori che per anni hanno lavorato nelle miniere di carbone. Oggi Pyramyden è un paese congelato nel tempo e nel freddo Artico. Conta circa 20 persone che lavorano nell'albergo Tulpan, lavoratori russi stagionali che abbandonano la città nei periodi invernali quando le temperature scendono e la neve comincia a coprire ogni cosa. A Pyramyden abitano le rare volpi artiche, gli orsi polari (si ci sono davvero), gruppi di renne, e una colonia di gabbiani che ha letteralmente occupato uno stabile. Non ci sono insetti, non ci sono auto, non c'è wi-fi, non c'è linea telefonica, non c'è bancomat nè un ospedale. A Pyramiden c'è solo la natura incontaminata, silenzio e aria fredda, inodore e apparentemente priva di ogni scoria.
Come panorama, da un lato le alte montagne nebbiose con gli accessi alle miniere che si inerpicano fino alle vette, e dall'altro il ghiacciaio del Nord, la distesa perenne celeste e bianca che abbraccia Pyramiden.
D'estate il sole non tramonta mai, si esplora fino alle 2 di notte ogni anfratto aperto della città abbandonata. Di seguito un particolare della piazza principale: il busto di Lenin e i porta fiaccole.
A breve un reportage completo di un luogo ai confini del mondo.
Elvira Macchiavelli