UNA FIBBIA SUL TUFO
Dialogar col muro
con un cinturino nel tufo,
il tempo passa e non son mai stufo.
L'aria fresca dei pini subentra
nelle stanze del reparto
tra urla e voci fin al piano più alto.
Tra le sbarre e le colonnine di pietra serena
vedo giunger in mezzo tra le calanche
un ambulanza con spiegata sirena.
Fragori e lacci,
barelle e sedie a rotelle...
C'è un uomo che non ha mai perso
le sue di rotelle.
Incurante del mondo là dentro e fuori.
L'ingegner nucleare con tenacia e destrezza.
Si diletta a imprimere il suo mondo di segni e furori.
L'occhio vigile e attento dell'infermiere Aldo,
con gran vigilanza mirar quell'uomo incidere
metri quadri di muro sia col freddo che con il caldo.
Ormai che nessun dei due
vi è più su sta' terra.
Lassù da qualche parte questo sodalizio
continua in qualche giardino paradisiaco
migliore e rigoglioso che del poggio di Volterra.
Mentre il vento soffia
sbatte ancor una finestra
che rimbomba nell'ormai vuoto reparto.
Corvi neri appollaiati sopra il davanzale di una bifora.
Gli unici ospiti rimasti
di questo gelido inverno ove,
un tempo v'era l'inferno...
Angelo Borrini' 2010