Testo molto particolare dove è la Follia stessa a parlare...è lei che straparlando e raccontando situazioni paradossali dice la verità...
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Qui di seguito una recensione:
Con ironia si affronta il tema della Follia, essa è la dominatrice dell'esistenza di ciascun uomo, sia egli un ecclesiastico o un laico, un saggio o un ignorante, un potente o un umile.
La Follia, allegoricamente rappresentata come una dea in vesti di donna, sarebbe infatti all'origine di ogni bene sia per l'umanità, sia per gli stessi dèi che riceverebbero al pari dei mortali i suoi doni: “io, io sola sono a tutti prodiga di tutto”.
Ciò vale in primo luogo per il dono della vita, considerato che nel momento in cui sia l'uomo che il dio si dedicano alla procreazione debbono necessariamente “abbandonarsi un poco a qualche leggerezza e follia”. Nessuno genera o è stato generato se non grazie all' “ebbrezza gioiosa” della Follia. E perché un'esistenza sia felice è indispensabile che in essa trovi spazio il piacere, e cioè ancora una volta “un pizzico di follia”. Ma anche nell'ambito dei rapporti umani, dal matrimonio all'amicizia, è merito della Follia se i vincoli personali resistono felicemente,
Ma più di tutto la Follia rappresenta l'unica guida per accedere alla vera sapienza: poiché infatti tutte le passioni, tutti gli umani errori e tutte le umane debolezze, rientrano nella sfera della Follia, saggio è colui che si lascia guidare dalle passioni.
Di conseguenza non può considerarsi saggio invece colui che si fa guidare soltanto dalla ragione, essendo simile ad uno spettro mostruoso “un uomo così fatto, sordo ad ogni naturale richiamo, incapace di amore e di pietà”…”un uomo cui non sfugge nulla, che non sbaglia mai, che tutto vede, tutto pesa con assoluta precisione, nulla perdona; solo di sé contento…lui solo tutto; senza amici, pronto a mandare all'inferno gli stessi dèi, e che condanna come insensato e risibile tutto ciò che si fa nella vita”. E' preferibile quindi l'uomo qualunque, “uno della folla dei pazzi più segnalati che, pazzo com'è, possa comandare o obbedire ad altri pazzi, attirando a sé la simpatia dei suoi simili…; uno con cui si possa convivere, che infine non ritenga estraneo a sé niente di ciò che è umano”.