Agli inizi di ottobre io e Laura abbiamo assitito a "C'era una volta... il manicomio", spettacolo di Chille de la balanza, storico gruppo fiorentino di teatro con sede a San Salvi. La piecè tatrale si divide in due parti. Una all'interno di una sala dell'ex manicomio, l'altra all'esterno con passeggiata tra i vari padiglioni e il parco.
Ho contattato Chille de la balanza e sarebbero disposti a replicare il 2 dicembre 2010 per Esplorazioniurbane.
Il costo a persona è di 10,00 Euro e sono disponibili 40 posti.
Chi è interessato è pregato di prenotarsi al più presto comunicando la propria adesione.
di seguito una recensione:
“C’era una volta il manicomio”, la nuova passeggiata nell’ex-città manicomio di e con Claudio Ascoli, di nuovo in scena giovedì 7 e venerdì 8 ottobre ore 21…con due prevedibili “tutto esaurito”. Uno spettacolo, la cui prima edizione nacque oltre dieci anni fa, e che a tutt’oggi ha accumulato quasi 500 repliche e 25.000 spettatori, oltre a film-video, libri, saggi, tesi di laurea, dottorati di ricerca. “C’era una volta…” è un vero e proprio viaggio che vive di vuoti, di silenzi, di assenze e di cose invisibili. È un percorso umano che non si conclude alla fine della passeggiata, ma che ha inizio proprio in quel momento, quando ciascuno torna a casa, nel buio. Pieni sono i vuoti dei corridoi e delle stanze, nero il bianco delle pareti che ha cancellato i graffiti e i disegni dei “matti”, assordante il silenzio nelle stanze a quattro volte che impedivano la comunicazione e in cui venivano rinchiuse anche ragazze-madri con i loro figli. Il viaggio, tutto introspettivo, si nutre di stranezze, di paradossi che capovolgono la logica e l’ordine, quei due concetti-chiave con cui gli psichiatri e gli architetti hanno costruito i manicomi. Così, in nome dell’ordine, della logica, della normalità sono stati rinchiusi – spesso arbitrariamente - dissidenti politici, omosessuali, ipocondriaci, depressi, poeti, nevrastenici, donne, uomini, persino bambini. Due ore e mezza di parole, immagini, suoni…in cui Ascoli narra, affabula, diverte e fa riflettere percorrendo e ripercorrendo in lungo e in largo il vecchio manicomio. Scorrono così foto di Carla Cerati, interviste con matti, psichiatri, infermieri, filmini super 8 delle prime feste nei lager manicomiali. L’attore-regista dei Chille legge lettere mai spedite in cui un matto chiede l’intervento dell’Armata rossa per distruggere il reparto in cui è rinchiuso, o gioca surrealmente, visitando i luoghi abbandonati o appena ristrutturati del manicomio fiorentino.